Archiviato il primo turno, che ha mandato definitivamente a casa alcuni personaggi che sedevano sui banchi del consiglio da un quarto di secolo, ora è il momento di pensare al ballottaggio.
Il sindaco che si andrà ad eleggere domenica 14 giugno a Porto Torres è il sesto dall’entrata in vigore della legge sull’elezione diretta del sindaco, la n. 81 del marzo 1993.
Nell’ordine sono stati: Dino Dessì, PDS, con una coalizione di sinistra e sardista, sbaragliando al ballottaggio Enrico Piras; Eugenio Cossu, anche lui PDS, che la spuntò su Giacomo Rum, socialista; Gilda Usai, che sconfisse in uno storico duello all’ultimo voto Enrico Piras (centrosinistra), e fu poi costretta ad chiederne l’alleanza, rimanendone ostaggio perché non aveva la maggioranza in consiglio (l’anatra era zoppa); Luciano Mura, DS, che prevalse su Tanda, candidato dal sempiterno Enrico Piras, infine Beniamino Scarpa, ex molti partiti e uscito dal PD per sconfiggere Luciano Mura, candidato ufficiale del PD.
Oggi troviamo nuovamente Luciano Mura, alla terza candidatura a sindaco, contro Sean Christian Wheeler, il grillino di origini statunitensi, portotorrese di adozione e candidato solo un mese fa, dopo la rinuncia di Zolesi, presentato urbi et orbi ufficialmente già lo scorso mese di febbraio e ritiratosi per “motivi personali” pochi giorni prima della scadenza dei termini per la presentazione delle liste.
Il cambio di candidato ha impresso una sterzata alla campagna elettorale, che si era trascinata stancamente da parte di tutte le coalizioni in pista, non solo, ma l’arrivo a Porto Torres della star indiscussa del M5S, Alessandro di Battista, ha letteralmente scosso una città che fino a quel momento si era quasi disinteressata alla competizione, rassegnata com’era a sorbirsi gli stessi intramontabili e insopportabili personaggi per altri cinque lunghissimi anni.
E Di Battista ha scosso il parterre di una piazza che da tempo immemorabile non ospitava una folla così traboccante per un comizio. Ha parlato soprattutto ai giovani, molto semplicemente, di onestà, onestà e ancora onestà, passeggiando con disinvoltura sul palco di legno allestito ai piedi del palazzo comunale: una star da cantagiro, ammiccante, suadente nel suo parlare dell’esperienza nelle commissioni parlamentari dove ti immagini bivacchino da decenni vecchi personaggi che hanno perso il contatto con la realtà, con gli elettori, con i cittadini e soprattutto con i giovani.
Un comizio atipico, in cui ognuno dei quindici candidati ha esposto una parte delle cose che intende realizzare una volta al governo della città: alcune velleitarie e che esulano dalle competenze dell’amministrazione locale, altre un po’ ingenue e altre ancora del tutto generiche.
Ma tant’è: cambiare, cambiare, cambiare è l’imperativo categorico che ripetono fino alla nausea giovani e meno giovani tutti pazzi per Diba.
Insomma, alle prime ore dell’alba del primo giugno, sedici ragazzi sconosciuti, affacciatisi per la prima volta sulla scena pubblica, hanno messo in ginocchio personaggi che calcano le scene della politica turritana, con ruolo da primedonne, da oltre vent’anni.
E la politica trema!
Il M5S, con i suoi 2679 voti, ha fatta fuori, in un sol colpo, la corazzata che ha raccolto l’eredità di Scarpa; ha spazzato via i sardisti storici (gli eletti hanno vestito la pettorina del PSd’Az solo in quest’ultimo anno, provenienti in gran parte dal PD); ha sconfitto il delfino di Enrico Piras, Mulas (che sarà l’unico eletto delle tre liste qualunque sindaco prevalga); ha cancellato definitivamente dai banchi del consiglio comunale Gilda Usai (la decana dell’amministrazione cittadina) e ha superato di oltre 1000 voti un PD che negli ultimi dieci anni miete sconfitte su sconfitte, ripropone un segretario stantio che ha imposto, dopo cinque anni di silente opposizione, lo stesso candidato pesantemente sconfitto da Scarpa.
Non è difficile prevedere che anche questa volta Luciano Mura sarà sconfitto.
I dati di tutte le elezioni comunali che si sono svolte a Porto Torres fin dai primi anni novanta, infatti, hanno dimostrato che al ballottaggio il candidato che al primo turno ha ottenuto meno voti della sua coalizione viene sconfitto dal competitor che al primo turno ha avuto più voti della propria coalizione.
E il 31 maggio Mura ha ottenuto 320 voti in meno delle sue cinque liste, mentre Wheeler, Sean Wheeler, che qualcuno simpaticamente ha ribattezzato Tex, ne ha contati ben 637 in più della sua striminzita lista di quindici candidati: un trend destinato a lasciare il segno.
C’è persino chi sta azzardando una previsione: Wheeler otterrà, al secondo turno, tra il 60 e il 65 % dei voti….
Tex, con i suoi pards, si gusterà la sua bistecca alta tre dita e la sua montagna di patatine fritte?
Volerà Aquila della notte, come dicono i tuoi sostenitori, a riveder le stelle?
Chissà…
Nata quasi a metà del secolo scorso, ha dato un notevole impulso, giovanissima, all'incremento demografico, sfornando tre figli in due anni e mezzo. La maturità la raggiunge a trentasei anni (maturità scientifica, col massimo dei voti) e la laurea...dopo i sessanta e pure con la lode. Nonna duepuntozero di quattro nipotini che adora, ricambiata, coi quali non disdegna di giocare a...pallone, la sua grande passione, insieme al mare.
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