La sera del 3 ottobre 2014 stavo a cena in un ristorante. Ero parte di una grande tavolata composta da amici e persone sconosciute. Un palmo sopra le tovaglie s’incrociavano vassoi carichi di montagne di cibo, trasportati di mano in mano da un capo all’altro della compagnia. C’era da mangiare per il doppio degli invitati. Ad un certo punto il grande schermo sopra la mia testa iniziò a trasmettere immagini di cadaveri e disperazione nel mare nero di Lampedusa. Un bambino, accanto a me, chiese alla mamma: “Ma perché muoiono?” La mamma rispose senza levare gli occhi dalla costata di manzo: “Se se ne fossero rimasti a casa loro, non sarebbero morti”.
Estrassi di tasca una banconota, la affidai ad un amico perché pagasse la mia parte, mi alzai per andarmene con un cenno di saluto generale. “Vai via così presto?” “Una nausea improvvisa. Dev’essere tutto questo cibo”.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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