Si può nascere più di una volta nella stessa vita. Nei giorni in cui si posano fiori sui freddi marmi delle tombe e ci si genuflette di fronte alla morte, mi piace raccontare una storia di speranza. Il protagonista, del quale non farò il nome, è un ragazzo di vent’anni appena sfuggito ad una condanna a morte. Non è stato un tribunale a decretare questa condanna, ma la diagnosi di un medico. Oggi, a vent’anni, può tornare alla vita e riprendersi ciò che pensava di aver perso per sempre. Finite le scuole superiori, il protagonista di questa storia decide di coronare il sogno di servire il suo Paese nell’esercito. È un ragazzo intelligente ed atletico, animato dai valori della disciplina e del patriottismo, con un approccio marziale verso gli impegni della vita. Si sottopone alle visite mediche di routine. Dopo la visita cardiologica, arriva la mazzata: il medico diagnostica una “sindrome da morte improvvisa”. Lui resta incredulo e pensa ad un errore, ma il medico lo stronca assicurandogli che non ci possano essere dubbi sull’esito degli esami. La sindrome da morte improvvisa colpisce neonati ma anche adulti, in un numero non raro di casi si tratta di atleti che avevano subito decine di controlli medici, senza che il male venisse individuato. Siamo in primavera, pochi mesi fa. Da quel momento le vite del giovane e dei famigliari restano sospese, ferme, in attesa di altre risposte. Dovranno fornirle gli altri cardiologici con competenza specifica sulla sindrome con i quali vengono fissate nuove visite. Un’estate calda, interminabile, angosciosa, trascorsa a coltivare la speranza e a scacciare fantasmi. Il calvario è finito pochi giorni fa, quando al termine dell’ennesimo esame approfondito è giunto il verdetto definitivo: la prima diagnosi era sbagliata e il cuore del nostro amico è sano e forte. Quei mesi sospesi sono stati come una seconda gravidanza. E oggi lui può sorridere alla sua seconda vita.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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