Ho già detto che provengo dal mondo della comunicazione? Al sonoro “esticatzi?”, fingo di non aver sentito e vado avanti, perché volevo parlarvi del linguaggio della scienza, sì quello che richiede precisione (il termine rigore è ancora più efficace), trasparenza e chiarezza ma soprattutto sobrietà! Ce lo insegnano testi di divulgazione scientifica, mica Topo Gigio. Così prendo ad esempio ciò che succede nelle discussioni, letteralmente ubriache, sui vaccini. «Nooooo ancora» State calmi, non sono schierata né con quelli che concludono con serie di unipuntiesclamativiuniuni che pare un nuovo linguaggio binario, né con quelli che sentono di essere geni della scienza solo perché followano il CICAP e mi cascano su ragionamenti fallaci, pregiudizi e analogie pindariche. Mi schiero paraculamente ma neanche tanto, dalla parte della scienza, pur sapendo che non è una fede e che ha i suoi limiti e Lei stessa li riconosce. La Scienza del resto si nutre di dubbi, non di dogmi. E mi schiero dalla parte di chi la divulgazione scientifica la sa fare per bene perché è il suo mestiere, quindi gomplottisti e sgienziati, non improvvisatevi, c’è gente che lo sa fare in maniera egregia. Prendo ad esempio Roberto Burioni del quale ho voluto leggere con calma i post, senza lasciarmi influenzare da chi è fan o da chi ne è detrattore (che sia amico di Renzi o anche fosse massone come è circolato in rete, che c’azzecca? Tra l’altro sulla massoneria ha smentito aggiungendo che giustamente non ci sarebbe niente di male), del resto i pregiudizi positivi o negativi, non dovrebbero far parte del pensiero razionale, io mi sforzo per andare in quella direzione anche se spesso cado nel “cherry picking”, cioè il voler prendere per buone solo alcune tesi che dìano ragione alla mia convinzione, tralasciando le tesi che la smentiscono. Credo sia umano e prima o poi tutti ci cadiamo, il non riconoscerlo rende ancora più lontani dal pensiero razionale. Dicevo di Burioni, in un post dell’8 maggio spiega il perché su alcuni bambini possano comparire degli effetti importanti a livello neurologico dopo il vaccino, non si è limitato a ripetere “i vaccini son sicuri, è un caso, non c’è evidenza e blllla blllla”, come troppo spesso si sente ripetere in giro senza spiegare ulteriormente. Ok sono sicuri, abbiamo capito ma uscitele quelle parole in più che spieghino il perché, uscitele cribbio, non lasciateci con quel senso di disagio tipico del coitus interruptus. Non comportatevi come quei genitori che liquidano i figli con «Sono cose da grandi, non puoi capire» e non basta manco un «Ti fidi di me?», non siete DiCaprio e comunque il Titanic poi è affondato. Perché quando chiediamo informazioni, non ci basta la carezzina sul capo ma vorremmo capire se e perché possano manifestarsi degli effetti indesiderati (del resto come in ogni buguardino anche nell’Infanrix Hexa, sono contemplati, allora parliamone). Ma vi sto lasciando in sospeso co’sto Burioni, eccovelo: « […] un bambino ha dei difetti genetici, o congeniti, che causeranno l’epilessia, e il vaccino semplicemente li svela, senza avere alcun ruolo nel causarli o nell’aggravarli. Se il problema non fosse svelato dal vaccino, a farlo sarebbe uno degli innumerevoli stimoli che sono in grado di suscitare una crisi convulsiva (videogiochi inclusi)» Che vi costa dirlo? Poi Non esasperatevi se le domande sono sempre le stesse, del resto meglio che chiedano a voi e che non cerchino altrove le risposte, no? Siate onesti, non nascondete nulla. Spiegate invece che l’efficacia, più che la sicurezza, va oltre il Tot% e che il rapporto rischio/beneficio è quasi tutto a favore del beneficio. Conosco personalmente mamme di grande intelligenza e senza alcun preconcetto ideologico verso i vaccini ma che non hanno avuto la fortuna di trovare risposte ai propri dubbi da chi doveva fornirgliele, mi chiedo retoricamente: nel caso specifico è colpa della mamma? Determinate informazioni vanno divulgate non devono essere cercate da chi non ha strumenti per comprenderle.
E non confondete i complottisti con chi invece onestamente vuole risposte. Ai primi non dovete dare alcuna spiegazione né tantomeno portare delle prove che smentiscano le loro teorie (anzi convinzioni); agli altri invece sì, DOVETE è vostro compito, fornire quante più spiegazioni e prove e fonti possibili, perché vi trovate davanti a persone disarmate che vogliono essere rassicurate con dei contenuti. Perché non fornire spiegazioni, limitarsi a dire “sono assolutamente sicuri” è una grande falla che fa passare subdolamente il nemico, ovvero i truther che, convinti come sono del complotto di Big Pharma, producono materiale e materiale tra scritti, video, siti etc Mettetevi nei panni di chi, neutra come una cellula staminale, si trova a dover scegliere tra chi fornisce prove fasulle e chi non ne fornisce proprio, indovinate ‘n po’? E poi rimediare è difficile eh “Una menzogna può fare mezzo giro del mondo mentre la verità si allaccia le scarpe” Quindi se volete essere divulgatori piantatela con le sguaiate tifoserie, scendete da un piedistallo che non esiste e spiegate, spiegate, spiegate. Fratturatevi lingua e dita a furia di spiegare. Siate chiari come una bella birra bionda ma restate sobri come fosse analcolica.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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