Sulla Nuova Sardegna di oggi Andrea Mura, deputato cinque stelle, risponde all’articolo apparso il giorno precedente, a firma della giornalista Silvia Sanna, con il titolo “Di Maio lascia la Sardegna senza voce”, in quanto nessuno tra i ministri (se si esclude il Ministro Savona che, comunque è sardo a tutti gli effetti) e sottosegretari è sardo. Mi trovo assolutamente d’accordo con l’Onorevole Mura e provo a spiegare le mie ragioni che non sono solo costituzionali (il deputato, ricordiamolo, non ha vincolo di mandato) ma anche sociali. Viviamo in un paese unito, nonostante i rigurgiti secessionisti ormai inesistenti della Lega (che ieri urlava “Roma ladrona” ed oggi “prima gli italiani”) e nonostante il tiepido e pasticciato indipendentismo in salsa sarda che ha raccolto alle ultime elezioni un miserrimo 2%. I deputati sardi sono chiamati a rappresentare gli interessi di un popolo che va oltre i confini dell’isola e devono avere una visione non solo italiana ma anche “europeista”. Chiudersi dentro il proprio ombelico non ha mai giovato e non può giovare all’interno di una società globalizzata come quella odierna. Gli interessi sono altri e alti: non possiamo continuare a pensare che ogni deputato debba guardare all’orticello privato della sua regione o dei suoi elettori. Chi ha agito in questo modo, nel passato, ha costruito autostrade che arrivavano vicino al proprio paese di 800 abitanti, ha preteso caserme enormi in luoghi dove vi erano solo dieci polizotti, ha approvato stadi, scuole, infrastrutture inutili e oggi abbandonati. Appartenere ad una regione – e anche ad un popolo – non è mai segno di attenzione politica. Ci sono stati negli anni ben due presidenti della Repubblica sardi e che, sinceramente, da sardo, mi hanno poco rappresentato. Così come altri deputati che hanno rivestito cariche anche importantissime nello scacchiere politico ma che poco hanno fatto per la propria terra. Sono d’accordo con l’Onorevole Mura, rappresentante dei 5 stelle, quando parla di competenze e non di provenienze. Di certi ministri sardi ne avremmo fatto volentieri a meno per come hanno mal rappresentato la nostra isola. Certo, se avessimo ministri sardi, competenti, meritevoli e attenti non solo all’Italia ma anche alla Sardegna sarei perfettamente d’accordo. Ma sono assolutamente contrario ad un ministro che, in quanto sardo, si interessi principalmente alla sua isola. Se questo fosse vero non capisco perché ci arrabbiamo quando un ligure pensa alla Liguria e un lombardo alla Lombardia. Un deputato rappresenta la nazione, così come il ministro e il sottosegretario. E la nazione, per quanto ricordi, si chiama Italia.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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