E quindi gli emiri vogliono licenziare. Si è scoperto poche ore fa che vogliono investire in Meridiana ma acquistando una quota di minoranza e non rilevando l’intera proprietà, come inizialmente si era fatto credere. Ma si è scoperto anche che per quell’investimento hanno posto condizioni precise: novecento persone dovranno essere licenziate, altrimenti l’affare salterà. Ma non era, l’emiro, quel benefattore pronto a sommergerci di banconote, quel galantuomo che “coglieva fiori e passeggiava sulla riva del mare” (cit. Sindaco di Arzachena), tale era la sua infatuazione per la Sardegna?
No, La Qatar holding è una società che cerca di far fruttare i propri investimenti. Spende laddove vede un ritorno, a breve o a lunga scadenza, ma se le condizioni non sono favorevoli rinuncia o pone aut aut, come qualunque altro imprenditore. Perché i manager che amministrano questa potenza economica hanno studiato nelle università occidentali e leggono il mercato esattamente allo stesso modo, senza concessioni alla poesia di un romantico tramonto a Porto Cervo. Meridiana ha un eccesso di personale e loro lo vogliono ridurre: esattamente come qualunque altro possibile partner della compagnia dice da vent’anni a questa parte. Non ci sono regali, non esiste clemenza per gli esuberi. Gli advisor dell’Emiro hanno fotografato la situazione ed emesso la sentenza: o fate così o non contate su di noi. Non è molto diverso dalla disillusione causata da Tom Barrack, quello che una dozzina d’anni fa avrebbe dovuto cambiare per sempre le sorti della Sardegna. Quando riusciremo a liberarci della sindrome del benefattore, noi sardi? Quando capiremo che nessuno regala più niente, ammesso che qualcuno abbia mai regalato qualcosa?
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo e-book "Cosa conta".
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