Ed è un po’ come aggirarsi tra le macerie cercando nell’aria le vecchie forme di palazzi e monumenti caduti. Che fine hanno fatto quei partiti e quegli uomini che si spartivano e si mangiavano tutto ciò che era commestibile ma almeno si ponevano il problema di governare? Le mie ombre rosse mi hanno agitato davanti agli occhi la riforma della sanità sarda. E la guardo con un po’ di apprensione: prima di tutto perché, vista la mia età, i medici e gli infermieri sono una categoria da osservare con crescente rispetto e interesse, poi perché la sanità è la materia più ricca di politica e di soldi sulla quale la Regione possa lavorare. Ci sarebbe anche l’urbanistica, a dire il vero, ma ormai in giro non c’è più il becco di un quattrino e si potrebbe anche concedere di fare un villone di tremila metri quadri sulla spiaggia di Capriccioli o un condominio a schiera sulla battigia di Villasimius che tanto nessuno avrebbe i soldi per approfittarne. E quindi sono due i campi nei quali il centro sinistra al potere locale si sbizzarrisce nelle sue capacità di gestione: la sanità e il credito. Il credito non è una gestione istituzionale. E’ politica potente, potentissima, ma da backstage. Le mie ombre rosse me ne parleranno un’altra volta. La sanità in questi giorni è soprattutto la nomina dei direttori generali delle aree sociosanitarie. Cioè le vecchie Asl travestite da Asl unica all’insegna di una spoliticizzazione del management e in nome delle competenze eccetera eccetera. Dice che le scelte sono state fatte sulla base del curriculum di ciascun candidato. Poi vai a vedere e ne trovi un bel mucchio “riconducibile”, come si dice, a partiti e uomini di punta della politica locale. Può darsi che non ci sia contraddizione tra competenze curriculari e fedeltà politiche. Ma, insomma, l’impressione è che il sistema di gestione della sanità resterà lo stesso. E le ombre rosse mi sussurrano il sospetto che le appartenenze e le fedeltà politiche continueranno a contare più dell’imperativo ormai etico di risolvere almeno le più vergognose e umilianti sofferenze dell’assistenza sanitaria in Sardegna. Spero abbiano torto, sennò siamo tutti fregati.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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