La foto di questo post me l’ha inviata l’amico Gristolu Thibaudeau. L’ha scattata ad Acqui Terme, in Piemonte. I vecchi mi raccontavano che nelle feste campestri della tarda primavera l’apparizione dei mendicanti era salutata con manifestazioni di gioia. Lu dimmandoni aveva fama di portafortuna, ma portava soprattutto notizie dai luoghi lontani. Il mondo andava cento volte più lentamente di oggi, spostarsi richiedeva cento volte il tempo di oggi. I mendicanti, i girovaghi, raccontavano mondi lontani, magari solo pochi chilometri. Ma lontani, nella relatività del tempo. Ci si fermava ad ascoltarli, li si ospitava, si regalava loro qualcosa, in attesa del giro seguente. Era una festa. La ricchezza era la loro memoria, quel che impresso negli occhi diventava parola.
Oggi la ricchezza è la misura di quel che puoi comprare, non di quel che hai visto e puoi regalare attraverso un racconto di primavera.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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