La relatività del metro cubo
Ho sempre più la sensazione che i metri cubi abbiano un colore e, a seconda della loro veste cromatica, risultino più o meno giusti. In Sardegna, da un anno, si combatte sul varo della nuova legge urbanistica, quella che consentirebbe l’ampliamento fino ad un quarto della volumetria originaria degli alberghi, anche entro la sacra fascia dei trecento metri dal mare. Un vasto e ben rappresentato movimento d’opinione ambientalista e di sinistra, critico con la giunta regionale, ritiene che l’ampliamento degli alberghi e l’incremento dei posti letto – che peraltro la legge regionale non autorizza – non serva a nulla, se non a compiacere i soliti cementificatori. L’opposizione alla nuova legge parte dall’assunto che il turismo si potenzi con trasporti e contenuti, non con posti letto in più. È una posizione condivisibile, semplicemente osservando che in certe zone della Sardegna abbiamo difficoltà a riempire anche gli alberghi esistenti. Se penso ad Arzachena, il Comune in cui vivo, credo che nuovi posti letto siano davvero l’ultima cosa necessaria, visto quanti ne sono nati negli ultimi cinquant’anni e quanto poco durino le stagioni. Ma non tutti, a sinistra, la pensano così. In questi stessi mesi, l’amministrazione comunale di Sassari guidata dal sindaco del Pd Nicola Sanna ha dato un segnale in direzione opposta. Per chi non lo sapesse, nel tratto di costa tra Alghero e Sassari si è previsto un piano di espansione turistica da 249 mila metri cubi e cinquemila nuovi posti letto. Ripeto, cinquemila nuovi posti letto. Perlopiù a breve distanza dal mare, in aree già turisticamente molto sviluppate. Progetti da selezionare tra offerte compatibili che privati vorranno sottoporre al Comune (mi pare la scadenza del bando sia stata fissata per il 16 marzo). Contrariamente a quanto accade quando si profila l’ipotesi di ampliamenti di alberghi in Costa Smeralda, dei cinquemila nuovi posti letto tra Alghero e Sassari si è parlato poco e con toni mai scandalizzati. Queste tiepide reazioni si spiegano col fatto che il Comune di Sassari ha un piano urbanistico regolarmente approvato e ha potuto così stabilire, seguendo un metodo di pianificazione entro le regole, che quelle aree siano destinate ad insediamenti turistici, individuando la chiave per il rilancio del settore in nuovi posti letto.
Però non è questo il punto. Il punto è che il movimento d’opinione ambientalista e di sinistra, al di là dei metodi di pianificazione, ritiene che nuovi posti letto siano del tutto inutili, al pari dell’ampliamento degli alberghi. E allora io mi chiedo: perché per 249 mila metri cubi e cinquemila posti letto concentrati tra Sassari e Alghero non si leva nessuna voce di dissenso, se si tratta di cemento che non serve a nulla? E perché, invece, gli ampliamenti degli alberghi esistenti entro i trecento metri dal mare (340 mila metri cubi spalmati su tutta la Sardegna, secondo i calcoli degli uffici regionali) sollevano un vespaio, anche se non prevedono i tanto odiati nuovi posti letto?
Non ho una spiegazione ma posso supporre che il concetto di metro cubo non sia assoluto e, invece, soggetto a tutta una serie di variabili politiche, geografiche e sociali.
Io credo che calare regole uguali per tutti senza tenere conto delle condizioni di sviluppo di partenza, in una realtà eterogenea come la Sardegna, non sia rendere un servizio alla Sardegna. Credo che i cinquemila posti letto tra Alghero e Sassari abbiano una loro plausibilità, così come nuovi posti letto – con le dovute proporzioni e tutte le cautele del caso – potrebbero averne in altre zone della Sardegna che finora non hanno avuto modo di sviluppare le loro potenzialità turistiche. Purtroppo, però, in Sardegna queste cose non si possono dire, se non al rischio di passare per servi dei potentati del cemento e distruttori dell’ambiente. Senza un minimo di equilibrio, ogni discussione sul turismo che vogliamo in Sardegna è destinata a finire in crociata e nel conseguente bagno di sangue.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Unisciti a 18.020 altri iscritti
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design