Customer Experience Concept. Client Woman with Question Mark Icon on Paper Bag has Confused for giving Rating Between Positive and Negative Review
I due opposti di una recensione sono fregartene di quello che giudichi per parlare di come l’avresti fatto tu e l’esame talmente minuzioso dell’oggetto da trovarvi sorprendenti aspetti estetici, angoli di lettura, simboli e significati che quando l’autore li legge pensa: “Boh!”, ma se ne sta zitto se il recensore dice che l’opera sostanzialmente gli è piaciuta.Il primo di questi estremismi è praticato, soprattutto nei social, dai non professionisti della recensione, i quali, se osservi che dicono cazzate, rispondono di sentirsi liberi di esprimere il loro parere. Giustissimo. Ma se al caffè con amiche e amici ci diciamo che il tale film, il tale libro o la tale fiction ci sono piaciuti o meno non la facciamo tanto lunga e se qualcuno la fa viene messo a tacere tra frizzi e lazzi o comunque non viene ascoltato.Il secondo riguarda soprattutto la carta stampata, ma secondo me bisogna tolleralo. La tolleranza in questo caso è una scelta politica: le recensioni teatrali, cinematografiche e letterarie stanno diventano così rare nei giornali, pur essendo tradizionalmente un genere di giornalismo utilissimo, che i pochi giornali che le pubblicano è meglio incoraggiarli. Preferisco mille volte un giornalista o un collaboratore di pagine culturali che si avventuri a raccontare e giudicare un libro piuttosto che il niente oppure la pubblicazione di estratti della prefazione al libro stesso preceduta da “Per gentile concessione dell’editore pubblichiamo…”.Tornando alla recensione sociale, chiamiamo così quella che si legge sui social, nelle critiche al chiacchieratissimo “Don’t look up” mi ha colpito la ricorrente condanna al personaggio della presidente degli Stati Uniti d’America interpretato da Meryl Streep. Dice: magari disapprovano l’interpretazione, valutano negativamente il personaggio in quanto poco caratterizzato, ritengono forzato il tono rispetto al registro naturale dell’attrice, che so, cose così, che sarebbero peraltro sbagliate perché sia il personaggio sia l’interpretazione sono perfetti. No: criticano il fatto che un personaggio negativo sia femminile. Moltissime donne e anche qualche maschio bianco ma politically correct sostengono infatti sui social che il fatto di trasformare una specie di Trump in una Trump è un’occasione persa per fare capire alla gente quanto sarebbe bello se alla presidenza Usa eleggessero una donna. E tutto ciò mi induce a due tipi di considerazione. Il primo è che un simile ragionamento con il giudizio sul film non c’entra, come direbbero in un salotto raffinato di cinefili, una grande sega. L’altro è invece di carattere politico ed esprimendo questa considerazione entro nel merito e cado quindi nella trappola di cui sopra di chi giudica un film pensando a ciò che avrebbe fatto lui e non a ciò che è stato fatto. Un certo rigore di genere, infatti, mi ricorda un professore che perplesso chiese a un’alunna: “Ma sei matta? Chi ti ha detto che il femminismo abbia un fondamento di antigiudaismo?”. L’alunna gli aveva infatti comunicato che “le femministe sono favorevoli alla Shoah” e il docente aveva impiegato un po’ prima di capire che la ragazza era caduta in un equivoco dovuto all’assonanza con schwa.In realtà la creazione di un personaggio di potere negativo e al femminile credo che sia uno dei maggiori contributi alla parità di genere. Se dovessi attribuire un premio in questo senso per il 2021 lo darei alla storica Mirella Serri per il suo magnifico “Claretta l’hitleriana. Storia della donna che non morì per amore di Mussolini”. Saggio che finalmente attribuisce alla Petacci il suo vero ruolo di donna dominante e non di sciocca e fedele amante sino alla morte. Claretta, dice la Serri, fu uccisa durante il sanguinoso redde rationem della guerra in quanto seguace di Hitler che aveva svolto un importante ruolo politico ed era stata al centro di affari loschi contro gli interessi del nostro Paese. E questa immagine negativa, paradossalmente, le restituisce tutta la forza di donna, che sia buona o cattiva, sollevandola dal ruolo di marionetta da alcova. Per cui, sono convinto che se l’anno prossimo alla presidenza delle Repubblica italiana ci sarà una donna ciò sarà un gran passo in avanti per tutto il Paese. Ma a una delle donne di cui si parla, che io giudico piuttosto conservatrice e anche un pochino reazionaria, pur se istituzionalmente dignitosa, io preferirei un’altra delle donne o un altro degli uomini di cui si parla. E con me, credo, la stragrande maggioranza delle donne e degli uomini progressisti. Tuttavia il fatto che esistano donne che dal mio punto di vista giudico negativamente ma che possono credibilmente aspirare a quel ruolo è assolutamente positivo. Così come giudico negativamente il fatto che la leader della principale forza di destra non abbia a mio avviso chiuso i conti con il fascismo, ma giudico positivamente il fatto che sia una leader e non un leader. Ecco perché quella critica a “Don’t look up” è una cazzata.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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