Racconta Polibio che quando Annibale, alla testa dell’armata, vide la pianura Padana dalla cima del colle delle Traversette, capisse di essere riuscito a varcare le Alpi prima che le nevi chiudessero ogni passo ed esclamasse fregandosi le mani-Bene bene, ora via alla Seconda Guerra Punica! Ai romani gli facciamo il culo a tana di grillo.La soddisfazione fu stemperata da due fatti. Il primo fu che scendendo da cavallo mentre ammirava il magnifico panorama mettesse il sandalo in una cacca di elefante, l’altro fu la voce tetra del luogotenente Annone, che il generale sospettava essere pindaccio-Io, prima di cantar vittoria, aspetterei.Annibale invocò gli dei benigni con un atto apotropaico che, voltandosi, celò al fedele Annone vuoi per non offenderlo vuoi perché l’atto in sé non era degno di un nobile generale, e chiese al vecchio soldato-Perché, fedele Annone, dubiti del trionfo cartaginese?-Mio generale, io non dubito del trionfo ma del giudizio dei posteri.-Pensi dunque, mio valoroso amico, che la storia giudicherà negativamente questa spedizione?-Penso che quando verrà studiata quattro volte nel volgere di ogni cursus studiorum (Annone aveva studiato il latino a Cartagine per prepararsi alla campagna d’Italia) diventerà il simbolo delle materie classiche che frenano lo sviluppo dell’economia.-Non ho capito un cazzo.-Voglio dire che romperemo le balle agli studenti con la battaglia di Canne e…-Canne?-Vabbè, lascia perdere, o duce, ora mi è venuto in testa chissà perché questo nome ma potrebbe essere qualsiasi cosa… Metti a esempio che si obblighi uno studente a studiare per quattro volte che tu ti ucciderai con il veleno per non cadere nelle mani dei romani vincitori e…-La bagassa tua! – sibilò Annibale ripetendo, questa volta senza nascondersi, l’atto apotropaico.Annone sorrise amaro-Tu ti rifugi nella superstizione e non pensi che la tua impresa sarà citata a disdoro della civiltà punica quale emblema di una cultura umanistica che impedirà alle nuove generazioni di imparare a usare gli strumenti del lavoro.-Ma credi tu, o Annone, che in futuro l’istruzione diventerà una grande scuola di avviamento professionale o che ciò sarà soltanto auspicato da taluni per contentare il malumore degli asini che le Guerre Puniche le hanno studiate quattro volte perché erano ripetenti?-Mio generale, tu mi chiedi un vaticinio che è al di sopra delle mie capacità pur simili a quella della sacerdotessa Cassandra, figlia di Priamo, colei che vide nelle stelle la rovina di Troia (Annibale eseguì per la terza volta). Io non so dove ci porterà il volere degli dei, ma indovino che insieme ai Promessi Sposi e al Sabato del Villaggio saremo nominati quale cultura da immondizia contro quella nobile dell’apprendimento di un mestiere.-Quindi l’apprendistato in bottega, nobile arte, varrà più di un esame di Filologia Romanza?-Guarda che le lingue romanze ancora non esistono, c’è soltanto il latino.-Vabbè, era per dire.-Comunque, sì! Verrà un giorno che imparare un mestiere sarà più importante che farsi una cultura per accedere con maggiore coscienza a un mestiere.-E allora, fido Annone, a che noi ci accingiamo a conquistare Roma?-E cosa cazzo ne so, o duce.-Mi sei stato prezioso, Annone. Torniamo dunque indietro.-Per rifarci le Alpi in salita e con l’inverno alle porte? Facciamoci piuttosto l’Italia tutta in discesa sino alla Sicilia e da lì ci imbarchiamo per l’Africa.-Migranti al contrario, dunque?-Cosa vuoi dire, Annibale?-Ti spiego: attualmente noi africani siamo i più civili e gli italiani extracomunitari emigrano da noi per trovare lavoro e pace dai loro conflitti, ma verrà un giorno che…
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Unisciti a 18.018 altri iscritti
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design