Di un fatto privato certa stampa ha fatto un film con Edwige Fenech e Renzo Montagnani, dando per di più enorme spazio alla locandina. Un film, sia chiaro, perché per quanto mi riguarda questa storia potrebbe anche essere falsa sin dalle fondamenta, visto che la preside afferma di non avere avuto alcun rapporto fisico con lo studente. Tuttavia, trattando la vicenda in astratto, così come la stampa la racconta, è vero che lei è preside ed è vero che lui è un suo studente. Altrettanto vero è che lei ha cinquant’anni e lui ne ha diciotto. In sostanza, ammetto che lei si trovasse in una condizione di maggiore capacità di scelta. Ma detto questo, ciò a cui ho assistito è il vigliacco spettacolo di una femmina maggiorenne fatta salire sul rogo, non senza prima essere stata coperta di merda, perché avrebbe fatto l’amore con un maschio maggiorenne e consenziente. La differenza di età a ben vedere, è la stessa di certe attrici di Hollywood e il loro toy boy che espongono al pubblico con romantica e matura propensione a cura degli uffici stampa. O anche, parlo sempre di differenza d’età, la stessa che correva e corre tra Berlusconi e alcune delle sue fidanzate e direi che anche in quest’ultimo caso c’è un notevole gap di potere. Tra l’altro, posto che non me ne fotte niente di vedere in faccia o conoscere il nome sia della preside sia dello studente, mi chiedo perché la prima compaia ormai in tutte le cantonate come gli annunci funerari nei piccoli centri quando muore il ricco possidente; mentre lui – sempre stando a come la stampa presenta questa storia – poverino, sia protetto dall’anonimato e dalle cure della famiglia e magari della psicologa (speriamo che anche questa non gli metta le mani addosso, ché poi la denuncia). Mi dicono che questa storia è un sottile esempio di parità di genere: bisogna dare addosso alla preside nello stesso modo in cui si sarebbe sputtanato un preside che avesse portato a letto o in auto un’alunna diciottenne. Una specie di contrappasso dantesco della pena. Mi sembra una cazzata sesquipedale. Io vedo un maschio maggiorenne che dopo avere fatto l’amore, a suo dire, con una donna, ne ha informato l’intera scuola, ha conservato e mostrato le chat e adesso, sempre stando al racconto del giornale, si mostra scioccato e concupito. In quanto ai suoi compagni che hanno commentato la storia con vigliacche scritte murali sulla preside, ai miei tempi li avremmo chiamati pezzi di merda, ora che c’è il politically correct forse non si può più. Ho avuto anch’io quell’età, non pochi anni fa ma neppure ai tempi delle crociate. E oltre ad essere stato diciottenne posso assicurare di conoscerne abbastanza per affermare che a quell’età uno è maturo e se non lo è sono cazzi suoi. Un diciottenne è un uomo che deve assumersi tutte le responsabilità dell’esserlo, comprese le conseguenze delle scelte. Se intraprendi un rapporto con una cinquantenne senza che questa ti abbia puntato la pistola in faccia, sai benissimo che è qualcosa di più impegnativo della strizzata di tette concessa dalla compagna di scuola che poi però non te l’ha data costringendoti a una conclusione solitaria in cesso. Scusate la volgarità, ma è ciò che mi ispira questa storia di cocchi di mamma che fanno le vittime e rovinano una donna che, se è vero ciò che è stato scritto, pensava che nel 2022, in una cultura occidentale, si potesse cedere al capriccio di una scopata in auto con uno più giovane, pur nella deprecabile condizione di un rapporto tra preside e studente. Non so, io pensavo che un diciottenne al quale capitasse in sorte un’avventura con una donna matura e bella, dovesse assumere altri comportamenti piuttosto che sputtanarla e mostrarsene lamentosa vittima. Le alunne di una scuola media di Sassari, tanti anni fa, avevano registrato nascostamente le conversazioni di un preside che le corteggiava. Un caso molto diverso, quello, e infatti il professore finì a San Sebastiano, che all’epoca era ancora in uso. Non so cosa pensare. Io, per quanto ne so, se a diciott’anni avessi vissuto un’avventura così incredibile come quella di trovarmi abbracciato in auto a una bella preside, dopo tanti anni che non mettevo più piede in chiesa ci sarei tornato per disporre un triduo di ringraziamento. O forse avrei risparmiato i soldi per allestire un ex voto. Li avete presenti? Sono quegli oggetti in genere d’argento che riproducono l’organo tornato in provvida salute in seguito alla grazia impetrata presso un santo. Immaginate voi quale organo avrei riprodotto.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Unisciti a 18.018 altri iscritti
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design