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Nino Bixio scavalcò d’impeto le rovine. Settembre 1870. Troppo pochi, per proteggerlo, gli uomini della quinta divisione entrati prima di lui e qualcuno alle spalle gli gridava -Generale, non si esponga, quelli sparano ancora. Con il dorso della mano si ripulì gli occhi dalla polvere delle Mura Vaticane franate sotto l’artiglieria. E fu allora che lo vide per la prima volta, tra i papalini che indietreggiavano lentamente dando la faccia agli italiani e puntando i fucili. Era basso, sembrava un po’ zoppo, la barba lunga e sporca di polvere. Gli occhi annegati tra le rughe gli mandarono il lampo di un sorriso. “Sto impazzendo, è la stanchezza”, pensò Bixio. E poi urlò al suo ufficiale -Ma quale ‘non si esponga’, qui ci dobbiamo esporre tutti, porco… Siamo i primi a entrare a Roma, lo capisci? Prima di Cadorna! A notte Bixio formò un gruppo di soldati e se ne mise personalmente alla testa, a caccia di papalini da rinchiudere, più che altro per proteggerli dai patrioti romani che avevano conti da regolare. Entrarono in un’osteria del rione Borgo a dare un’occhiata. E lo vide di nuovo, con la casacca dei gendarmi pontifici e un bicchiere di vino. E ancora quegli occhi che gli ridevano addosso. E imprecò -Per Dio! Ma chi… Quello però, lesto a dispetto dell’età e della gamba offesa, guadagnò la porta e si diede a correre per le stradette. E Bixio dietro, senza riuscire a raggiungerlo. All’improvviso il vicolo si allargò nell’abbraccio gigantesco del colonnato. L’ultima volta quella piazza l’aveva vista più di vent’anni prima, mentre fuggiva dalle macerie della Repubblica, inseguito dai francesi. Il vecchio si fermò, si voltò e, illuminato dalla luna, Bixio ne vide il sorriso beffardo e affettuoso. -Generale…- balbettò Bixio. -Generale, generale. Sveglia… si svegli la prego…. Bixio balzò a sedere sulla branda da campo, zuppo di sudore, il viso contratto da un terrore che mai aveva provato. -Che vuoi?-, chiese brusco all’ufficiale che già aveva allungato timido una mano per riscuoterlo dal sonno. -Signor generale, sulla riva sinistra l’artiglieria ha aperto un varco nelle mura Aureliane, vicino a Porta Pia. I bersaglieri stanno già passando. Nino Bixio si infilò con calma gli stivali. Sembrava non avere più tanta fretta di entrare a Roma. Borbottò qualcosa all’attendente e uscì a lavarsi la faccia in un catino. -Che cosa ti ha detto?-, chiese l’ufficiale all’attendente. -Non ho capito, signor capitano. Ha detto “Prendiamocela calma, se lui è da quella parte vuol dire che da questa parte c’è qualcosa di storto”.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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