La politica, oggi, secondo me, è sempre più un guscio vuoto di sostanza. Anche sforzandosi di non cadere nella comoda pratica dell’antipolitica e della nostalgia dei tempi che furono, è naturale constatare come siano finiti i tempi della sobrietà e della serietà, finiti i tempi di gente come Moro e Berlinguer. Ci sarebbe davvero da domandarsi come avviene, in generale, in Italia, il reclutamento della classe politica e forse della classe dirigente tutta, che al sistema politico poi, è collegata. Che secondo me è il vero male dell’Italia. Oggi è tutta una gara a chi la spara più grossa, a chi promette di più, a chi semplifica meglio. Chi ha più fascino, più glamour, vince. Stile confidential, stile libertino, stile accattivante, stile popolano tipo massaia o massaio del volgo che rutta e scorreggia a comando, stile elegantone figaccione, stile urlatore scandaloso, stile radical chic. Non si appartiene più ad una corrente di pensiero, ma ad uno stile di apparizione. A parte poche eccezioni, nessuno che si metta più a studiare sociologia, economia, politica. Tutti a farsi curare le immagini da agenzie specializzate, tutti a fare i corsi di comunicazione, di dizione, di presentazione, di stile, di atteggiamento, di telegenicità, di dialettica, retorica, litigio in tv, luci della ribalta, suoni, colori, luci psichedeliche, eccetera eccetera. Il rischio di oggi è che gente come Moro e Berlinguer risulterebbero demodè. Ed è un rischio triste, molto triste, visto i tempi corrono. La politica che insegue esclusivamente il consenso e l’immagine ha un tristissimo risvolto con la gara a dargli addosso all’immigrato, allo straniero e al diverso. Belle le mode. In Sardegna la gara di dare addosso all’immigrato sta avendo i primi successi, tuttavia regge ancora quella a chi fa più l’indipendentista dell’altro, anche chi fino a ieri era dentro fino al collo con i partiti nazionali. In Sardegna questa rincorsa all’immagine e al consenso ha anche un altro strascico curioso, quello di voler apparire a tutti costi, nello stesso tempo, maggioranza e opposizione. Sicché abbiamo partiti, o partitelli, o personaggi nostrani che ad un tempo stanno in maggioranza, prendendosi tutti i benefici che la possibilità di stare al potere offre, e nello stesso momento stanno all’opposizione, si mostrano contestativi e protestanti, sollevano questioni, problemi, attaccano la stessa maggioranza di cui fanno parte, prendendosi così anche i benefici di immagine di chi sta all’opposizione. Insomma, come volere la botte piena e la moglie ubriaca. Sono i risvolti, gli effetti secondari, anche tragici, di una politica che ormai insegue solo la forma e ha perduto ormai, completamente, la sostanza.
Fiorenzo Caterini, cagliaritano classe '65. Scrittore, antropologo e ambientalista, è studioso di storia, natura e cultura della Sardegna. Ispettore del Corpo Forestale, escursionista e amante degli sport all'aria aperta (è stato più volte campione sardo di triathlon), è contro ogni forma di etnocentrismo e barriera culturale. Ha scritto "Colpi di Scure e Sensi di Colpa", sulla storia del disboscamento della Sardegna, e "La Mano Destra della Storia", sul problema storiografico sardo. Il suo ultimo libro è invece un romanzo a sfondo neuroscientifico, "La notte in fondo al mare".
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design