Il lungo volo del campione e del poeta è terminato il 4 dicembre del 2014. Raffaele Piras, uno dei maggiori interpreti del salto in lungo della storia italiana e, successivamente, brillante poeta in lingua sarda variante campidanese, capace di vincere numerosi concorsi di poesia, ha lasciato il segno in due ambiti così, almeno apparentemente, diversi tra di loro. Sicché è piuttosto straniante celebrare da una parte, il campione dello sport, e dall’altra il poeta, l’intellettuale. Come se due persone abitassero nello stesso corpo. In verità la carriera sportiva del campione terminò piuttosto precocemente, a causa di un infortunio, senza che si potesse esprimere quello straordinario talento che lo avrebbe portato a imporsi anche a livello internazionale. La poesia è venuta dopo, forse anche alimentata da quella malattia ai reni che lo tormentava da anni, come se l’energia repressa del campione potesse trovare, nella parola in versi, una nuova forma di espressione. Ho cercato di capire se tra il salto in lungo, e la poesia, ci fosse, in realtà, un legame armonico che unisse le due cose. Il giorno dopo la morte di Raffaele Piras, scrissi un pezzo rievocativo e, in parte, autobiografico, dato che rievocavo gli anni in cui, anche io, ragazzino, nello stesso paese, a Quartucciu, avevo preso a praticare l’atletica. Il pezzo si intitolava “Il poeta in volo”.
Il poeta in volo. Storia di un grande sardo.
Ora, a distanza di tre anni e mezzo, iniziativa fortemente voluta dall’amministrazione comunale di Quartucciu guidata da Lalla Pulga, a Raffaele Piras verrà dedicato il nuovo impianto sportivo polivalente. Verrà apposta una targa con la dicitura “Raffaele Piras, il poeta in volo”. Una citazione che mi riempie di orgoglio. Chissà. Magari i nipoti di quelli che gareggiavano con Raffaele Piras, o i figli di quelli che gareggiavano con quelli della mia generazione, un giorno andranno ad allenarsi in quel campo sportivo e si domanderanno chi fosse Raffaele Piras, e il significato di quella dicitura, “poeta in volo”.
Fiorenzo Caterini, cagliaritano classe '65. Scrittore, antropologo e ambientalista, è studioso di storia, natura e cultura della Sardegna. Ispettore del Corpo Forestale, escursionista e amante degli sport all'aria aperta (è stato più volte campione sardo di triathlon), è contro ogni forma di etnocentrismo e barriera culturale. Ha scritto "Colpi di Scure e Sensi di Colpa", sulla storia del disboscamento della Sardegna, e "La Mano Destra della Storia", sul problema storiografico sardo. Il suo ultimo libro è invece un romanzo a sfondo neuroscientifico, "La notte in fondo al mare".
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