La Pisana, commedia in sassarese scritta da Cosimo Filigheddu, si colloca nell’ambito delle manifestazioni legate alla celebrazione degli Statuti Sassaresi, emanati settecento anni fa e oggetto di rivisitazione attenta dal punto di vista storico, giuridico, linguistico e antropologico in questi mesi. La pièce è stata presentata durante una conferenza stampa indetta oggi, a Palazzo Ducale, a Sassari, dal Sindaco Nicola Sanna, dall’assessora alla cultura Raffaella Sau, da Mario Lubino, per la Compagnia Teatro Sassari e naturalmente dall’autore. Quali gli obiettivi dell’autore nel rappresentare quest’opera ambientata agli inizi del trecento? Come ha spiegato Filigheddu, tre le direttrici seguite nella ricerca e nella stesura: 1) l’ambientazione storica, caratterizzata dalla dominazione pisana, durata qualche decennio e che ha influenzato per diversi secoli la vita, i costumi e l’architettura sassarese; 2) l’aspetto linguistico. Sassari infatti, secondo molti linguisti, ha mutuato il suo dialetto dal pisano e dal logudorese medioevali, risultando una sorta di melange tra le due parlate che ha resistito per secoli alle influenze sia del genovese, sia dello stesso spagnolo, tenuto conto che Genova, e soprattutto la Spagna hanno dominato ben più a lungo di Pisa sulla Sardegna. Ma soprattutto l’eredità pisana ha inciso sul carattere dei sassaresi per quel che riguarda il gusto della burla, di quella che noi definiamo “cionfra”, quella caratteristica tutta locale che ha visto annullare, nei periodi cruciali della sua storia, le differenze di classe, le differenze politiche, le differenze sociali. La cionfra è stata spesso il collante per sedare conflitti, per appianare divergenze, per superare contrasti. 3) l’aspetto drammaturgico, che affonda le radici in quella parte delle norme statutarie che vietavano alle donne di partecipare ai funerali. In realtà il dramma inizia nel 1266, quando il conte Ugolino espugna Sassari compiendo stragi, devastazioni e stupri. La protagonista, Lughe, chiamata la Pisana, concepita proprio da uno di questi stupri, è una benestante, sorpresa mentre partecipa ad un funerale travestita da uomo. Viene arrestata e processata. Una storia inventata, ma che offre uno spaccato reale della vita, dei costumi, delle usanze e delle leggi di quel periodo. La regia è affidata a Marco Spiga e gli interpreti sono: Teresa Soro (la Pisana), Alessandra Spiga (la madre), Mario Lubino (il conte Ugolino), Pasquale Poddighe e Michelangelo Ghisu.
La commedia sarà rappresentata al Civico di Sassari il 20, il 21e il 22 gennaio e a Porto Torres, al teatro Andrea Parodi, il 27 e il 28.
Nata quasi a metà del secolo scorso, ha dato un notevole impulso, giovanissima, all'incremento demografico, sfornando tre figli in due anni e mezzo. La maturità la raggiunge a trentasei anni (maturità scientifica, col massimo dei voti) e la laurea...dopo i sessanta e pure con la lode. Nonna duepuntozero di quattro nipotini che adora, ricambiata, coi quali non disdegna di giocare a...pallone, la sua grande passione, insieme al mare.
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