Grand Gala du Disque 1965 , Rita Pavone *2 oktober 1965
Gli appoggi offerti ai due rami del Governo da Rita Pavone e da Gerry Calà hanno una sostanziale differenza della quale tutti, a sinistra e a destra, dovrebbero tenere conto: di Gerry Calà non me ne fotte niente, la Pavone che strizza l’occhio a Salvini mi fa invece salire dall’intestino sino al cervello una vaga nebbiolina malinconica. Roba di ricordi di infanzia. Quando dai jukebox di Platamona la sua voce arrivava alla battigia, io ero un ragazzino delle scuole medie. Se sento “La partita di pallone” non penso ai mondiali mutilati ma avverto un odore di mare antico e l’eco di un’allegria incosciente. Se mi piaceva davvero, Rita Pavone? E chi lo sa? Vuoi a che a dodici o tredici anni mi mettessi a fare critica musicale? Lei faceva parte di quel mio mondo felice che mi piaceva da morire, di una felicità alla quale in vita mia ho sempre cercato di non rinunciare. E’ uno dei mille simboli spontanei, superficiali quanto vuoi, della mia massima esistenziale: qualunque cosa accada, la vita è bella. Poi naturalmente in cuor mio spero sempre che non accada niente di così brutto da farmi derogare. Associare quindi la figura di Rita Pavone a quella di Salvini mi provoca un po’ di tristezza e di allarme sulla solidità dei miei principi e cerco quindi di rimuovere. L’unico problema è che per la prima volta in vita mia mi sento sollevato dal fatto che Fred Buscaglione sia morto. Perché se Fred avesse manifestato simpatia per Salvini non sarebbe stata vaga malinconia ma bruciante sofferenza.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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