Credo che la politica sia l’arte dell’impossibile ma anche il sale della democrazia. Conciliare il tutto, a volte, diventa impresa ardua. E spiegarlo arte che solo pochi si possono permettere. Perchè poi bisogna anche convincere i cittadini. Un sindaco, poi, è l’espressione più alta della comunità, colui che “sceglie per te” e deve, dunque, renderne conto. E’ il primo tassello di ciò che è la macchina democratica, di ciò che rappresenta anche la politica. Se qualcosa non funziona o si ripara o si cambia. Era ciò che sentivo sempre da mio nonno che, grande e passionevole cacciatore lasciò un giorno due cani a casa in quanto li riteneva “brocchi” e “boni pa lu coccu”. Il sindaco di Sassari, Nicola Sanna ha vissuto settimane complesse e finalmente, stasera ha “chiuso” il cerchio (o ha trovato la quadra, come diceva il Bossi) presentando la nuova giunta alla città. Ha deciso anche di spiegare le sue scelte con una lettera ed è, questo, un passaggio sincero, dedicato ai cittadini, un passaggio abbastanza interessante in quanto comunicativo e diretto. Il sindaco mi scrive e io, quindi, sono portato alla lettura. «Care concittadine e cari concittadini, come ben sapete sono state settimane difficilissime per la prosecuzione di questa esperienza amministrativa. Ho lavorato – non da solo – perché potesse proseguire questo progetto di rinnovamento della politica che pone l’interesse delle cittadine e i cittadini al centro delle scelte amministrative. È indispensabile stimolare e promuovere la partecipazione e l’inclusione democratica di tutte e tutti nel governo della propria città”. Ho provato a trovare qualcosa che mi potesse appassionare ma, al di la del presunto rinnovamento della politica auspicato ed auspicabile, non sono, davvero, riuscito a comprenderne il senso. La lettera comunque prosegue con un sentito ringraziamento a Grazia Manca, assessore che, seppure considerato valido e capace, non è stato riconfermato. E qui, nonno, qualcosa da dire ce l’avrebbe. Mica lasciava il cane bravo a cacciare pernici a casa, nonno. In ogni caso il passaggio è chiaramente tutto politico. Il sindaco poi si rivolge alla città di Sassari: “Mi assumo l’onere delle scuse alla Città ma, allo stesso tempo, rifiuto categoricamente una certa immagine di immobilismo che alcuni tentano di attribuire alla mia prima giunta. Quest’ultima composta da persone speciali, serie, oneste, capaci che con assoluto disinteresse hanno dato il massimo del loro impegno, producendo risultati reali e costruendo le premesse per il raggiungimento a breve di nuovi traguardi concreti per la nostra Città”. E nonno, seduto davanti allo stazzo, guardando i cani pensava: “Ma eu, a chistu nun lu cumprendu. Ahia cani di razza bona e l’ha lacati i lu pastricciali a drummissi. ” Il sindaco infine chiude la sua lettera: “Taluni tendono – superficialmente – a interpretare la soluzione data alla crisi come un mio cedimento a vecchie logiche che non mi appartengono e che, nel ricostituire la mia nuova giunta, non ho praticato. Voglio ricordare soltanto che, già all’insediamento della mia prima giunta, avevo messo a disposizione degli eletti in consiglio comunale – anch’essi scelti dagli elettori –, la necessità che gli stessi assumessero un ruolo di governo più aderente alla volontà degli elettori medesimi. Di quegli stessi elettori che, votando innanzitutto il sindaco e il suo programma, votano poi il partito o il movimento al quale appartengono i loro candidati preferiti”. Io rispetto il sindaco Sanna del quale apprezzo la sua voglia incontenibile di governare e di governare bene. Rispetto anche ciò che rapresenta: una persona per bene, così come credo siano gli assessori di ieri e di oggi. Capisco molto meno i giochi di partito, i veti incrociati, le beghe da cortile, cose che, nel tempo mi hanno sinceramente stufato. E mostro lo stesso sguardo di mio nonno quando osservava, da lontano, in territorio di caccia i cani che puntavano la preda: “La cana bianca mi pari bona a lu coccu, la niedda s’è muendi troppu e la minuredda non ha cumpresu chi semu in caccia. Mancu mali chi lu lepparu curri lu mattessi, palchi la di chi si feilma figghiulendi chisti cani si poni a ridì. “(mi scuso del mio gallurese scritto non benissimo, non sono un linguista, ma mi dispiaceva non dare la parola, in qualche modo a nonno). Insomma, per dirla con meno sagacia: vediamo che succede. Si è cambiata un’ottima giunta e si è scelto di migliorare. Bene. Buon lavoro a tutti.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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