E’ una di quelle canzoni venuta bene tra musica e parole, una ballata eterna e orecchiabile e al 6 giugno del 1978 era in testa alle classifiche italiche. Generale è ben scritta, ben musicata e ben cantata, strascicata nel modo giusto alla moda del principe ma è un piccolo capolavoro di frasi e concatenazioni, un piccolo documentario di colori sfumati di ciò che è una guerra. Sono in pochi, davvero, a potersi permettere di scrivere “crucca e assassina” all’interno di strofe amabili e baciate dove si racconta di figli partiti al mondo come soldati e non ancora tornati. Questi giorni di guerra ci riportano dentro questa canzone triste, colma di disperazione quando questi giovani pensano che la guerra è bella anche se fa male. Francesco De Gregori con questo album compie un mezzo miracolo: unisce le vecchie ballate un po’ troppo intimiste della “Pecora” (De Gregori è il titolo dell’Album) con un nuovo modo di raccontare e di vedere il mondo (Natale, il 56, due zingari) e ottiene miscelando in maniera meno ruvida un LP sontuoso, elegante, quasi indimenticabile. (Anche questo, guarda caso, si chiama De Gregori). Generale è quella domanda posta nell’ultima strofa e non è retorica: “Quelle cinque stelle che senso hanno?” Ovviamente nessuno. La guerra non ha mai senso ma lui, come un vero forgiatore di speranze, la chiude con quel “è quasi casa, è quasi amore” e restituisce una piccola luce nel buio della disperazione. Se Vasco Rossi l’ha cantata (e la canta ancora) nei suoi concerti un motivo ci deve pur essere: Generale è una canzone di tutti. Nessuno escluso. Fa bene ascoltarla, soprattutto di questi tempi.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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