Poco più di 120 migranti, tra quelli sbarcati a Cagliari, sono stati collocati ad Alghero. Tra essi 92 sono stati ospitati a Santa Maria La Palma, in una struttura pubblica fatiscente, senza bagni agibili nè acqua nei lavandini. Una situazione indegna di un Paese civile, altro che piscine o wifi! Sono arrivati tra le 5 e 6 di questa mattina, senza alcuna organizzazione ad accoglierli, la Protezione Civile completamente assente. Insieme ad altri ragazzi siamo andati a dare una mano, ed ho potuto conoscere e scambiare due parole con alcuni di questi sfortunati. Vengono da Somalia, Nigeria, Gambia, Sierra Leone, Mali, Senegal, Costa d’Avorio, e sono di età compresa tra i 16 e i 40 anni, di sesso maschile, scappano dalla guerra e dalla fame. Alcuni sono senza scarpe. Non si lavano da tre mesi, parlano quasi tutti l’inglese, e ci salutano con deferenza. Un ragazzo di vent’anni mi racconta di essere partito nel mese di febbraio dalla Sierra Leone, perché laggiù c’è la guerra, e non aveva da mangiare. Il fratello è stato ucciso. Per lui, meglio rischiare la vita che attendere la morte. Un altro viene dalla Somalia, faceva il commerciante. Il padre sapeva parlare l’italiano: annota su un foglio stropicciato le parole pane, acqua, grazie, e la loro traduzione in inglese. Nelson e Peter sono del Gambia: sono stanchissimi, hanno fame. In due giorni hanno mangiato solo pizza e si sentono deboli, vorrebbero mangiare… gli diamo i nostri panini. Con il formaggio, perché sono musulmani. In molti sono cristiani. Cionostante, pare che il Vescovo non abbia concesso l’utilizzo di un ex convento, vuoto, in perfette condizioni. Mi chiedono come fare per raggiungere la Germania, dove li aspettano un fratello, una sorella, un amico, o nessuno. Non sanno di essere in Sardegna, ancora una volta in mezzo al mare. Ci supplicano di fare una doccia. Riusciamo ad accontentarli montando una batteria di rubinetti a due metri di altezza, utilizzando materiali messi a disposizione dagli scout turritani, e fornendogli qualche flacone di bagnoschiuma. Anche una doccia fredda all’aperto può rendere felici… Un gruppetto di 4 o 5 ci chiede scope e buste per la spazzatura, per tenere pulito l’environment, l’ambiente. Mi conquisto sul campo il titolo di mediatore linguistico, perciò mi ritrovo circondato da questi poveretti che mi chiedono cosa sarà di loro… nessuno gli ha detto niente, e io non so cosa rispondere. Sono smarriti, vorrebbero telefonare ai parenti per dirgli che sono arrivati, vivi. Le istituzioni sono assenti, non c’è un medico. Solo due agenti della Polizia Municipale di Alghero presidiano l’ingresso, e i due operatori della cooperativa che dovrebbe fornire assistenza sono assolutamente impreparati a gestire la situazione. Una organizzazione indegna di un Paese civile, del tutto inadeguata ad affrontare un fenomeno che non è certamente imprevisto e imprevedibile. Quando andiamo via ci salutano: “grazie, god bless you”. Good luck, my friends. Ne avete davvero bisogno.
P.S. Voglio precisare che in tutta la serata di ieri e nella nottata appena trascorsa la Polizia Municipale di Alghero, guidata dal Comandante Calzia, si è prodigata per consentire almeno l’accesso alla struttura, e che il Sindaco di Alghero Mario Bruno andava e veniva per tutto il tempo.
Walter Corrias
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
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