Quando, a Pompei, salgono in quattro e io, nel vagone, occupo una seduta di quattro, e gli altri tre posti sono liberi. Quando una di queste nuove passeggere mi chiede se posso sedermi altrove cosicché loro possano stare tutte vicine, ché in Vesuviana è pericoloso e, alla loro età, non si sa mai. Quando la loro età è sotto gli ottanta ma sopra i settanta, sono tutte fresche di tinta, come quella che faceva nonna, bianco coi riflessi viola, e hanno ricevuto tutte e quattro la benedizione della Madonna di Pompei, e io che la sola bene-dizione è quella del mio italiano senza inflessioni. Mi sto alzando quando una di loro mi dice che posso comunque sedermi nell’altro vagone, accanto a quei vecchi laggiù, uno è un po’ grosso, magari starò stretta, è che Pasquale non ne vuole proprio sapere di dimagrire nonostante il colesterolo, però posso mettermi vicino a Carminiello che, invece, è secco come un’alice e camperà di certo cent’anni, sicuro come la morte. Oppure posso scegliere Nanduccio, ma devo stare attenta perché Nanduccio, che sarebbe suo marito -e mi indica l’amica- è ‘nu poco rattuso. L’amica si lancia invano in una difesa del consorte ma… Sì, è rattuso, Micheli’, tuo marito è ancora troppo arzillo, ribadisce la mia interlocutrice. Ascolto con attenzione. Faccio due conti. Pasquale, Carminiello, Nanduccio. Un tempo e uno spazio impercettibili. La mia interlocutrice capisce e, pronta, mi fa: “State pensando dov’è il quarto? È muort, signorina bella, è muort. Quindici anni oggi. Vengo a ringraziare la Madonna di Pompei ogni anno per ogni anno in più che vivo. Era mio marito”. Il tono è gaio, il volto sereno, nessuna contrizione, nessun occhio umido al ricordo. Mi piace questo inno alla vita. “Vi potete sedere, signorina, la morte libera posti, ma mi raccomando, stat’v accort a Nanduccio”. E ride. Mi sono seduta vicino a Nanduccio. (Vesuviana, 30 novembre 2016, h 14:10)
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
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La strana storia del Dr. Gachet. (di Giampaolo Cassitta)
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La musica che gira intorno all’Ucraina. (di Giampaolo Cassitta)
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Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
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Morto per un infarto Gianni Olandi, storico corrispondente da Alghero della Nuova Sardegna (di Gibi Puggioni)
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