Che culo, che grandissimo culo: ho vinto una Vacanza Chemio! Che grandissimo sconsiderato ed enorme culaccio.
Il 18 ottobre del 2013 è fissata la partenza. In tutto 4 cicli di EC, nota come chemio rossa, ogni 21 giorni e 12 di taxolo settimanale. Si chiama ciclo anche se si risolve in un’unica seduta. Lo spiego perché mi ero fatta persuasa che “ciclo” corrispondesse a più sedute consecutive. Sicché in quel dì di ottobre mi presento alle Cliniche di Sassari, dopo aver preso appuntamento e spiegato che arrivo fresca fresca dallo IEO. Parlo con l’oncologa, mi visita e mi dà un foglio in cui sono riassunti tutti gli effetti collaterali della terapia, relativi rimedi e per quali è necessario chiamare il medico. C’è poi tutta una tabella delle medicine da prendere a casa. Firmo poi il consenso, sapendo che in ogni caso, ho la libertà di interrompere la terapia. Finita la visita aspetto in sala d’attesa e quello diventerà poi il solito iter prima di fare le mie sedute. Le infermiere che ci lavorano sono veramente ganze (AnnaMaria, Tiziana, Isabella e Vincenza) e anche le oncologhe che mi seguivano e che ora lavorano a Nuoro (Giuseppina e Antonella).
Ma cusa l’è questa chemio? La seduta è una specie di cha no yu= cerimonia del tè, perché si alternano flaconi su flaconi e il tutto dura qualche ora.
Tra i flaconi ci saranno anti-nausea, cortisone, fisiologica e non so che altro fino a che non arriva Lei, ‘a rossa, più rossa della Ferrari, più rossa di Rita Gilda Hayworth, più rossa di un Campari. Rossa che si mantiene così pure quando la espellerete e che siccome non avrete più peli pubici, sarà incontrollabile e allora, solo allora vi verranno in mente tutti i cazziatoni fatti ai vostri uomini quando non centrano la tazza (no con questo non è che siete assolti pure voi eh). Capito a che servono quei peli, altro che ceretta brasiliana! Tra una cosa e l’altra iniziavo l’infusione all’ora di pranzo, in contemporanea con la Clerici in TV e si parlava tra noi presenti di mangiare e ci si scambiava ricette, che tanto finché la rossa non entrava in circolo non ti mancava l’appetito. Arrivavano anche i panini offerti dalle infermiere.
Ma entriamo nel vivo degli effetti collaterali, partendo proprio daaaa
Il secondo tipo di chemio lo iniziai a gennaio. Ricordo che nel mio primo taxolo-day, una ragazza prima di me ebbe una reazione allergica fortissima, prontamente sedata. Lei quindi non poté continuare. Mi spiegarono infatti che è un farmaco con un potente effetto allergizzante e forse anche per questo, viene somministrato molto molto lentamente. Con questa seconda chemio, molto ben tollerata, ci sono però altri effetti:
Un giorno che ricordo particolarmente, il primo giorno di una signora anziana, io ormai ero una veterana e lei mi fece diventare il cuore più molle del tortino al cioccolato, dicendo con un filo di voce che solo io che le stavo vicina sentii «Ma io ho paura». Senza aggiungere altro le tenni la mano per tutta la seduta e sono contenta di averla rivista anche di recente. Lei e la mano.
Fine chemio mai? E invece finisce e passa. Tutto passa. E arriverà il giorno in cui metterete via foulard e parrucche. Riprenderete cerette e rasoi e cercherete il vostro coiffeur. Il mio giorno è arrivato il 30 marzo del 2014 Ed è arrivato anche il giorno in cui ho potuto usare un robo che avevo messo da parte, uno dei regali più utili fatti dalla farmacista che nel bel mezzo della chemio mi omaggiò con un glitteratissimo balsamo per capelli.
Sparo pixel alla rinfusa, del resto sono nata sotto un palindromo (17-1-71), non potevo che essere tutto e il contrario di tutto. Su una cosa però non mi contraddico «Quando mangio, bevo acqua. Quando bevo, bevo vino» (cit. un alpino)
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