Sono cresciuto ai bei tempi in cui le ragazze “si rispettavano”.
Detto in parole semplici: non te la davano, manco se ti pestavi a terra.
E ti ritrovavi a 17/18 anni, con gli ormoni che ti zampillavano anche dalle orecchie e a me mi succedeva questa cosa che alle 10 in punto, in classe, magari durante la spiegazione di quello stronzo di calasettano che insegnava chimica-fisica, mi si risvegliasse il condor, il tacchino, lo struzzo.
Puntualissimo, alle 10 in punto: ALZABANDIERA!
Ci avresti potuto regolare l’orologio.
Gli altri–solo i maschi, però–lo sapevano e chiedevano: “Oi puru?”
–Oi puru!
Con il calasettano che spiegava non durava a lungo: quello l’avrebbe fatta morire anche a Rocco Siffredi.
Ma così andavano le cose ai tempi felici della mia gioventù: tutta quella vitalità ti serviva al massimo per sapere l’ora.
E guai se facevamo vela e andavamo a ballare in uno di quei club di Castello.
Ballare: mi siat ballare!
A farci il pesce, andavamo!
Al buio, lo strisciavamo sulla pancia della ragazza.
E … tutto finiva lì.
E poi ti tenevi quel dolore sordo, invadente, un dolore che ti permeava tutto e ti stordiva.
Solo una volta sul treno per Iglesias, potevi rifugiarti nella “ritirata” e alleviare i tuoi dolori con un “soliloquio d’amore”, come lo chiamava Leopardi.
Ma dovevi aspettare che il treno partisse e magari c’era la fila.
Bei tempi!
Bella gioventù!
Cominciavamo appena a mettere in discussione il potere dei preti.
Qualche vicina cominciava già a sposarsi col pancione, ma la maggior parte delle coppie si sposava giovane “per fare quella cosa”.
Che era ancora vergogna “doversi sposare” e per quello si sposavano in bianco, anche se avevano il pancione.
Tutti ti giudicavano per quei pochi millimetri quadrati di membrana che si pretendeva dovessero essere “violati” soltanto nel sacramento del matrimonio.
Altri tempi.
Mi chiedo se oggi i giovani sappiano che il sesso serve–serviva, in quei tempi remoti–a riprodursi.
Insomma, che a trombare si fanno i figli.
Chissà!
Il sesso ormai è stato dissociato completamente dalla riproduzione.
Mi chiedo se questo sia del tutto positivo.
Comunque, come ci ha ricordato Marco Zurru, oggi come allora, ci sono donne che usano la gnocca per sistemarsi.
Allora con il matrimonio e oggi in politica.
L’unica cosa positiva di quei tempi felici è l’idea che il sesso vada associato all’amore.
In effetti–parlo per me–il sesso senza amore non è un gran che.
Ma anche una gioventù senza gnocca non è che valga poi molto.
Sono decenni che gli ormoni non mi zampillano dalle orecchie e quindi tutto adesso è più facile,
Tutto è più facile quando a comandare è la testa di su.
Detto questo, non rimane che ribadire quanto sono belle le donne.
Le donne vere, è chiaro.
Quelle che fanno fluire l’energia tra i due poli opposti–e non solo gli ormoni–e ti fanno inneggiare alle differenze tra uomo e donna.
A qualsiasi età.
Per usare una metonimia: abbasso le femministe represse e viva la gnocca!
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
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