Pensavamo di aver sentito tutto quando proferivano parola le ancelle di Berlusconi, verginali e plastificate all’ultima moda, pronte come delle amazzoni a difendere ogni gesto e soprattutto ogni omissione del fu cavalier?… Pensavamo che il giorno in cui lo pugnalarono peggio di Giulio Cesare, lui e i suoi traditori sparissero dalla messa in scena di quella che a tutti gli effetti fu una farsa più che una tragedia. Invece no, il governo del fare renziano è diventato più imbarazzante perché a modo suo naviga in un mare che nessuno ancora ha identificato. Un humus alquanto fluido, tipo blob, che si avvale del pugno forte della democrazia e della retorica demagogica della «supercazzola» dopo aver imbarcato un po’ di quelli e un po’ degli altri. E la povera ministra Beatrice Lorenzin per conto suo, alla fine, fa solo tenerezza. Non tanto perché quel che pensa e sostiene sia più o meno grave (dovremmo esserci abituati: per dire, gli omosessuali italiani non hanno fatto un plissé quando approvarono la legge sulle unioni civili con un ministro degli Interni che che si congratulava in tv non tanto della legge in sé, quanto di aver impedito derive contro-natura) ma perché dimostra ancora una volta lo scarsissimo senso della realtà che l’intero governo ha, un’armata di ciellini e/o devoti di stampo reazionario con una buona fetta di inquisiti che però vuole rinnovare il paese, renderlo moderno e pulito, partendo dalla tradizione cattolica e soprattutto senza cambiare niente. E questa nuovissima e fiammante campagna pubblicitaria sulla fertilità ne è la sintesi perfetta, l’esempio più lampante del residuo che non si scrosta di un tempo che fu. Il #fertilityday, una compagna pubblicitaria che non sarebbe venuta in mente neppure a Italo Balbo. Berlusconi aveva il Ministero della Gioventù, perfetto per Giorgia Meloni, anche dal punto di vista della fonologia funzionava. Sentite come suona bene: Ministero della Gioventù! Quando vedevi arrivare il leader di Fratelli D’Italia sentivi già la marcia trionfale, sentivi l’eco dei proclami da balcone di ringhiera, sentivi già l’ormone maschio che si diffondeva per conquistare il mondo. Renzi no, preferisce appunto che la pillola vada giù senza creare troppi allarmismi o clamori. Per i diabetici c’è sempre l’insulina. Le sue ministre hanno il volto scolpito dal Canova più che da un burino dal bisturi di Venere, e con loro, la voce soave e mielosa, remissiva e adolescenziale dà un colpo al cerchio e uno alla botte, della serie: modernità sì, ma tradizione anche. Veltronismo al vetriolo, per intenderci: la politica del “volemosebbene” per il capitalismo selvaggio che schiaccia, ma senza dolore. Qualcuno azzarderebbe, vasellina a secchiate. Insomma, la tradizione è sempre quella: catto-fascista. Senza sé, senza ma. E quest’ultima iniziativa del Fertility Day la dice lunga. Per esempio, affermare in uno spot che «La bellezza non ha età, la fertilità sì» significa, come di consueto, trattare la maternità con la stessa delicatezza con cui i veterinari parlano della riproduzione della frisona del Piemonte. Significa applicare i soliti disegni da (sacra) famiglia che si riunisce attorno al tavolo dopo che lei ha scodellato figli e tortellini in brodo. Significa ripiombare negli anni Cinquanta senza neppure i drammi degli anni Cinquanta (ma solo le macerie di scuole ricostruite con la corruzione). E cosa vogliamo dire di «La fertilità è un bene comune»? Già ce la vedo la Lorenzin che sprona le giovani puerpere a dare figli al popolo, rinunciare al lavoro, che tanto le donne sono le regine del focolare domestico e ad allevare una sana e virile squadra di calcio. Che serve la carriera? Anzi, io consiglio alla ministra di spingere affinché ci si adoperi per reintrodurre ricamo e cucito ed economia domestica negli istituti femminili. Poi abbiamo: «Genitori giovani. Il modo migliore per essere creativi», che nella sostanza significa questo: siete sposati? Siete dunque regolari? Di due sessi diversi? Ebbene, cosa aspettate ad accoppiarvi come conigli? Il sesso ha una funzione squisitamente procreativa, è nel disegno di Dio, mica in quello di Elton John. Non perdetevi in mille progetti per il futuro. Cercate piuttosto di darvi da fare, le nostre catene di montaggio languono, mica possiamo metterci solo negri del terzo mondo! Infine c’è lo spot: «La costituzione tutela la procreazione cosciente e responsabile». Ora, io vorrei invece incontrare due che procreano in modo incosciente e irresponsabile. Ovvero due che mettono al mondo un figlio senza un lavoro stabile, senza che la banca gli dia un mutuo perché non hanno le garanzie o non possono mungere dalla pensione dei genitori, due scapestrati che decidono di fare un figlio sapendo quanto costa l’asilo, i pannolini, il latte artificiale, una visita dal pediatra, la scuola, la mensa, i libri di testo. Vorrei conoscere quel giovane pirla che decide di imbarcarsi in una simile impresa senza essere né ministro demagogo e populista e superficiale e bigotto, né faccendiere intrallazzato con banche toscane. Proprio mi piacerebbe. Insomma, c’è solo da immaginarsi la ministra Lorenzin, tenera come Heidi, con una bella bandana a fiori, con una maglietta un po’ sbarazzina tipo quella trasparente che canta Claudio Baglioni, e un mazzo di grano in mano. Dietro i suoi sottosegretari che per ogni nato regalano una mortadella. E un nuovo cinegiornale che immortala il grande cambiamento renziano.
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
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