L’invenzione del vaccino risale al 1798 ad opera di Edward Jenner. In realtà, come la storia insegna, i cinesi erano già arrivati da tempo a conoscere pratiche analoghe al vaccino. Tuttavia la scoperta di Jenner fu la prima certificata scientificamente in Occidente. Ma perché si chiama vaccino? Cosa c’entra il bestiame vaccino con il vaccino? Jenner era un eccellente medico, chirurgo e farmacista, conosciuto persino, a livello scientifico, per studi di ornitologia e di fisica aerostatica. Ma non era, come dire, uno scienziato del livello di Pasteur. In un certo senso era un semplice medico condotto, con una grande capacità di osservazione. Seguendo le credenze popolari degli allevatori, Jenner aveva osservato che, effettivamente, chi stava per lungo tempo a contatto con il bestiame vaccino non contraeva il terribile vaiolo, la malattia che finiva per coprire l’epidermide di piaghe e di pustole portando, in molti casi, alla morte. Gli allevatori di bestiame vaccino, infatti, contraevano una forma più blanda del vaiolo, il vaiolo vaccino, appunto, che si sviluppava nel bestiame e di seguito nell’uomo. Jenner aveva notato che la credenza popolare aveva fondamento, e che effettivamente chi veniva contagiato dal bestiame vaccino, finiva per rendersi immune dalla malattia ben più grave. Cominciò a sperimentare il “vaccino” inoculando il siero del vaiolo vaccino agli esseri umani. Nella storia rimase, come esperimento denso di “suspense” , quello condotto con il piccolo figlio del suo giardiniere, inoculandogli prima il vaccino, e poi il terribile morbo. Il piccolo eroe sopravvisse, e fu così che milioni di persone, in tutto il mondo, poterono liberarsi da una delle malattie più terribili della storia, causa di milioni di morti tutti gli anni. Oggi il vaccino del vaiolo non viene più inoculato. Dal 1993, infatti, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato, dopo dieci anni che non si sono verificati più casi, estinto il morbo, ordinando la distruzione del vaccino e anche del morbo contenuto per ragioni scientifiche nei centri di ricerca. E’ curioso notare come l’ultimo caso di vaiolo si è riscontrato in uno di questi centri di ricerca, a Birmingham, negli anni ’70. Tuttavia, Usa e Urss mantengono il riserbo sulla conservazione in vitro di questo morbo, sostengono, loro, per difendersi da eventuali attacchi chimici, e non c’è stato verso di fargli distruggere gli ultimi esemplari.
Fiorenzo Caterini, cagliaritano classe '65. Scrittore, antropologo e ambientalista, è studioso di storia, natura e cultura della Sardegna. Ispettore del Corpo Forestale, escursionista e amante degli sport all'aria aperta (è stato più volte campione sardo di triathlon), è contro ogni forma di etnocentrismo e barriera culturale. Ha scritto "Colpi di Scure e Sensi di Colpa", sulla storia del disboscamento della Sardegna, e "La Mano Destra della Storia", sul problema storiografico sardo.
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