Che la lotteria fosse un’invenzione italiana non avevo dubbi, ma che fosse nata a Milano il 9 gennaio del 1448 mi ha lasciato alquanto perplesso. Ma come? La lotteria, il gioco, il gusto dell’azzardo, le tre carte, la riffa, scommettere al buio, provare a giocarsela sempre non era prerogativa di quelli del Sud? Si sfata un mito seppure oggi nessuno vive con ansia la questione “lotteria”. Ai miei tempi le gare erano tantissime: mi ricordo quella dei cavalli, quella di Monza, legato alle corse di Formula uno e, soprattutto, la lotteria Italia, quella della befana. Questa me la ricordo perché noi, in Sardegna, non vincevamo mai nulla. I biglietti milionari erano sempre quelli di Roma e Milano. Mia madre, stanca di acquistare biglietti inutili sull’isola, decise di modificare strategia e chiese ai miei zii, uno residente a Roma e l’altro a Napoli di provvedere all’acquisto di almeno dieci biglietti della lotteria che, ovviamente, non potevano essere comprati nello stesso luogo. Costringeva i fratelli a devi veri e propri percorsi nelle città. Così cominciò, per noi, quella spasmodica attesa che si concludeva il 6 gennaio con l’estrazione dei biglietti vincenti. Ovviamente non possedevamo nessun biglietto vincente, seppure acquistato in continente. Mia madre non demordeva: “Domani, sulla Nuova ci sono i premi minori, noi ci saremo”. Non abbiamo mai vinto nulla. Non sempre il primo premio andava a Roma o Napoli e neppure Milano. Mamma era sempre molto attenta alla strategia del gioco e un giorno, ricordo, il primo premio andò a Jesi e lei, serafica, dal divano sentenziò: “Dovremmo avere un parente da quelle parti. L’anno prossimo chiediamogli di acquistarci dieci biglietti”.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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