Provo ad essere impopolare.Quando nel nord ovest si è smantellata l’industria, che secondo molti era stata causa di distruzione, di inquinamento, di malattie, tra le macerie son rimasti decine di migliaia di disoccupati. Padri e madri di famiglia, giovani e meno giovani, ragazzi che avevano l’aspirazione di trovare, dopo il corso di studi, il lavoro che per oltre cinquant’anni aveva garantito ricchezza , crescita economica, culturale e sociale.Oggi “c’è la crisi”. Una crisi endemica dalla quale non si sa come uscirne, come risollevarsi, anche perché quell’industria, tanto vituperata, sta ancora oggi reggendo l’economia, misera, di questo territorio. Già, perché quell’industria, che aveva garantito ricchezza, oggi sta garantendo, agli ex lavoratori, una pensione dignitosa con la quale si mantengono due o tre famiglie, perché quegli stessi lavoratori che ieri contavano su uno degli oltre ventimila stipendi erogati dalla zona industriale turritana, oggi si trovano a dover campare anche due o tre famiglie, quelle dei figli disoccupati.Eppure nessuno di questi ex lavoratori, di questi disoccupati cronici, si è mai sognato di danneggiare strumenti di lavoro di altri lavoratori, di distruggere officine, cantieri o stabilimenti in attività come sta succedendo oggi in risposta alla crisi che sta falcidiando il mondo della pastorizia sarda.I pastori hanno sicuramente ragione a rivendicare il diritto ad un giusto prezzo per il loro prodotto, ma non hanno ragione quando assumono come bersaglio altri lavoratori.Quello di cui è stato vittima un padre di famiglia al quale è stato incendiata l’autocisterna che trasportave il latte ritirato, nelle campagne di Nule, è un atto di vigliaccheria, un atto di delinquenza.Qualcuno ha chiamato “balentes” gli autori di quel gesto. Niente affatto!Balentes, semmai, sono Zuanne, Bantine o Linaldhu, le vittima, che si alzano ogni mattina all’alba per andare a lavorare, che girano in lungo e largo per le strade di campagna dissestate, con neve, con pioggia, con freddo o caldo a 40 gradi. E non prendono contributi Zuanne, Bantine o Linaldhu, nè per la siccità, né per le alluvioni, né per il benessere animale. Bisogna avere due palle così per fare quel lavoro, alle prese con quei disagi e con quei pericoli, ai quali oggi si aggiunge il rischio di incappare in qualche canaglia che per fortuna il movimento dei pastori ha isolato e offrendo una quota del loro prodotto per permettere all’autotrasportatore, vittima dell’atto terroristico, di rimpiazzare il mezzo distrutto.
Nata quasi a metà del secolo scorso, ha dato un notevole impulso, giovanissima, all'incremento demografico, sfornando tre figli in due anni e mezzo. La maturità la raggiunge a trentasei anni (maturità scientifica, col massimo dei voti) e la laurea...dopo i sessanta e pure con la lode. Nonna duepuntozero di quattro nipotini che adora, ricambiata, coi quali non disdegna di giocare a...pallone, la sua grande passione, insieme al mare.
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