pubblicato 8/10/2015
Com’è che nessuno dice esplicitamente che siamo in guerra? Andiamo a bombardare la gente, quindi siamo in guerra. Lanceremo bombe, uccideremo terroristi, sbaglieremo mira, uccideremo innocenti. Come in tutte le guerre.
Eppure scopro con orrore che la partecipazione italiana ai bombardamenti contro l’Is non mi suscita fastidio. Per la prima volta penso che le bombe se le siano meritate e che la guerra sia l’unico rimedio possibile, oggi, per rintuzzare l’avanzata di un esercito pervaso da sacro furore che non esita a manifestare tutta la sua ferocia nei confronti di chi viene considerato infedele. Di che dovrei preoccuparmi, in fondo? Di vedere sbriciolarsi la figura di un esaltato che mozza teste con naturalezza? Di veder cadere nella polvere un pazzo pericoloso che distrugge la storia con il tritolo? Di assistere all’eliminazione di gente che osteggia i principi basilari della democrazia e si batte per un mondo velato e oscuro, tarato sul fondamentalismo islamico? Della fine di un califfato che si batte dichiaratamente per annientare la mia libertà e me lo fa capire ammazzando in nome e per conto del suo Dio?
Discorso a parte merita, semmai, il paraculismo italico perpetuato da Matteo Renzi. Come sempre, siamo rimasti a guardare finché non è arrivata la telefonatina da Washington a darci la sveglia. Perché noi, di soluzioni, non ne abbiamo mai proposte, per evitare di turbare la sensibilità di chiunque. Ci siamo limitati a criticare l’intervento di Hollande, a sua volta intervenuto per mandare un segnale a Putin, uno dei pochi ad aver dimostrato di avere le idee piuttosto chiare sulla questione siriana e sulla difesa dei propri interessi strategici su quell’area. Ed ora che il premio Nobel per la pace Obama rispolvera le munizioni, eccoci pronti all’azione. Se ci sono gli altri, ci siamo anche noi.
Come ogni guerra, certo anche questa ha un lato più oscuro della morte. Ogni Paese si contende qualcosa e si comporterà di conseguenza. La guerra è anche questo. Noi ci siamo dentro in quanto alleati degli Usa. Faremo comunque i loro interessi, sperando di ricavarne qualche briciola.
Quindi siamo in guerra. E, per la prima volta, non mi sento turbato più di tanto. Hanno funzionato con Hitler, funzioneranno anche con loro, le bombe. La differenza non è poi tanta.
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