Il 4 ottobre, giorno in cui si ricorda la promessa di povertà di San Francesco, il Comune di Olbia ha deliberato di stanziare trentamila euro del proprio bilancio per provvedere ai costi di una cerimonia religiosa organizzata dalla diocesi di Tempio-Ampurias. La festa si è svolta il 13 di settembre allo stadio Caocci, dove tra migliaia di fedeli in visibilio è stata accolta la star della giornata: il nuovo arcivescovo di Sassari Gian Franco Saba, originario proprio di Olbia e già direttore dell’Istituto Euromediterraneo, ordinato vescovo proprio in quell’occasione, benché la sua nomina fosse nota da tre mesi prima. Siccome quando me l’hanno segnalato ho stentato a crederci, mi sono dovuto andare a vedere la delibera: è la numero 373 e la trovate online, pubblicata nell’albo pretorio del Comune. I trentamila euro per una giornata pagano solo in parte la somma investita per la celebrazione, che si deduce essere stata ben più alta. Vabbè. E cosa c’entrano i fondi pubblici di un’istituzione laica con la cerimonia per la promozione di un presbitero del luogo nella gerarchia della Chiesa? Ce lo spiega la delibera stessa, proposta dal settore Sviluppo economico, Turismo, Cultura, Sport e Personale, a sua volta giunta in seguito alla richiesta del vescovo di Tempio Sebastiano Sanguinetti. Il quale, l’8 settembre, aveva presentato al Comune istanza per un contributo straordinario, prontamente recepita dall’amministrazione. “Dopo due secoli – si legge nella delibera – un presbitero della Città di Olbia viene elevato all’episcopato, con titolo di Arcivescovo. Si è trattato, quindi di un evento storico per la Città di Olbia e per l’intero territorio diocesano, che va tuttavia ben oltre i confini della Gallura e dell’Anglona, per diventare evento regionale, e non solo”. Inoltre, l’atto amministrativo segnala che “all’evento erano presenti, tutti i Vescovi della Conferenza Episcopale Sarda, oltre a numerosi altri presuli provenienti da altre parti d’Italia e dall’estero, le massime autorità regionali, provinciali e locali, circa 300 sacerdoti delle Diocesi di Tempio – Ampurias e Sassari, nonché di altre diocesi non solo sarde. Vi è stata, inoltre, la presenza di circa 4.000 fedeli”. Va bene. E perché dovrebbero pagare i contribuenti? Ecco il perché: “Il Comune si impegna ad erogare a favore della Diocesi di Tempio – Ampurias, un contributo economico straordinario pari a €.30.000,00 (€uro trentamila/00) a sostegno dell’iniziativa culturale in argomento, considerata la rilevante importanza che questa ricopre per la promozione e lo sviluppo della cultura, del territorio e del benessere complessivo della collettività”. Già, il “benessere complessivo della comunità”: non vi siete sentiti tutti meglio, dopo quella cerimonia? Nemmeno tanto facile è poi stabilire come la cultura locale possa essere incentivata dalla cerimonia di ordinazione di un vescovo, costata alle casse pubbliche trentamila euro. Ironie a parte, ancora una volta l’ente di uno Stato che è per definizione laico provvede alle spese della Chiesa. “In via del tutto eccezionale”, si legge in un passaggio della delibera. L’eccezionalità, mi par di capire, starebbe nella nomina di un vescovo olbiese dopo due secoli, da celebrare coi dovuti fasti. Può darsi che ad altri tutto questo possa apparire normale. A me, trentamila euro di fondi pubblici per una cerimonia religiosa durata un giorno sembrano uno sproposito, tra l’altro in tempi in cui gli inviti alla sobrietà del pontefice hanno frequenza praticamente quotidiana. Per non parlare del pianto degli amministratori locali, in perenne lotta con i tagli dello Stato e la penuria di risorse. Nessuno ha avuto nulla da ridire, tranne me. E quindi quello che sbaglia devo essere io.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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