“Una serata in rima”, la canzone di Piero Marras è la traduzione dolce di “L’amore non è nel cuore” di Eugenio Finardi. L’avete capito: parliamo della prima volta, quella che è sempre un ricordo impacciato, fatto di parole coloratissime, ma di gesti terribilmente sbagliati. Quella prima volta cercata e ricercata non è quasi mai un momento magico e la possiamo girare come vogliamo ma non è stata neppure molto divertente. Provengo da una cultura dove il privato era politico e dove fare all’amore era, appunto, un fatto politico, serio, storico. Lo si doveva fare subito, con chiunque, perché così raccontavano i compagni, quelli scafati, quelli che tutte le ragazze del movimento avevano fatto all’amore con loro. E non era vero. Se la mia prima volta è stata tragica (giuro, era anche di domenica, dopo il film della Wertmuller con un titolo decisamente chilometrico) anche quella di Mariano, del compagno Mariano fu terribile, ma non lo raccontò lui. Fu Annalisa (Annalise per i compagni fricchettoni) a raccontarmela, una sera a casa sua. Provavo, tra un brano di Claudio Lolli e uno Ivan Della Mea a controllare la consistenza del suo seno e lei se ne accorse: “Guarda che le mie tette mica le faccio vedere a tutti”. Risposi quasi di botto: “A Mariano si, però”. “Te lo ha detto lui? Brutto stronzo. Mariano, se vuoi saperlo con me non ci ha fatto proprio niente, diciamo che il risultato è stato misero, pari alla percentuale del PLI e io sono ancora vergine”. I liberali, a quei tempi, valevano circa il 2%. Scroprii così che l’amore, le avventure, nella sfera della sinistra erano soprattutto racconti d’autore e leggende metropolitane. La racconto perché ho risentito, dopo svariati anni la canzone “una serata in rima” e, davvero mi sono emozionato. Come la prima volta. Eravamo per la fantasia al potere. E così siamo rimasti.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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