Era il 1962, Rosanna Benzi stava per compiere 14 anni e, come tutte le ragazzine della sua età, pensava a ciò sarebbe diventata. Era portata per le materie letterarie. Nell’attesa, si accontentava del suo talento per il disegno.
Il destino, invece, aveva disegnato qualcosa di atroce per lei. All’ospedale San Martino di Genova le diagnosticarono una poliomielite bulbo-spinale e la ricoverarono in isolamento. Rosanna Benzi capì quel giorno che non avrebbe più potuto muoversi nè respirare autonomamente. Lasciò per sempre Morbello, il paese piemontese in cui era nata nel 1948 e fu sistemata in un polmone artificiale, una gigantesca lattina da cui spuntava solo la testa. Il mondo, da quel giorno, Rosanna l’avrebbe visto alla rovescia, attraverso un grande specchio sistemato sopra di lei.
Imprigionata in quello che chiamava ironicamente “il mio scaldabagno”, Rosanna Benzi impiegò il suo tempo a spiegare all’umanità deambulante e autosufficiente che la disabilità non cancella i bisogni e i desideri, che ci si può innamorare, che si può aver voglia di fare l’amore, di avere un figlio. Si battè contro le barriere architettoniche, perabbattere l’Iva sui presidi ortopedici, denunciò con forza i trattamenti riservati ai malati psichiatrici rinchiusi nei manicomi.
Nel 1987, in un’intervista a “Repubblica”, diceva: “Noi, o si è troppo amati o troppo odiati. No, diciamo, più che odiati, non desiderati. Gli errori stanno in questi due estremi: noi abbiamo pregi e difetti come tutti. Molto spesso siamo rompicazzi. Quando si potrà dire di un handicappato che è antipatico, senza paura di essere rimproverati, allora vorrà dire che le cose, per noi, saranno diventate normali”.
Le sue armi furono una rivista, “Gli altri”, da lei fondata e diretta e due libri, “Il vizio di vivere” e “Girotondo in una stanza”. Comunista convinta (Mario Capanna la propose per la carica di senatore a vita) ricevette da papa Giovanni XXIII una lettera di ringraziamento per la sua voglia di vivere. Quando morì, il 4 febbraio del 1991, aveva 42 anni.
Pubblicato il 4 febbraio 2016
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