Che cos’è la paesitudine se non quel dolcissimo senso di sentirsi a casa anche in un luogo dove non c’eri mai stato? E’ da un anno che giro la Sardegna insieme a Padre Salvatore Morittu per presentare il libro “gli ultimi sognano a colori” e tra le tappe più significative inserisco i piccoli paesi: Mogoro, Fonni, Bonorva, Thiesi, Santadi, Berchidda. In quest’ultimo paese, visitato proprio ieri sera, ho avuto modo di conoscere il buon Padre Guido, il sindaco Andrea Nieddu, molte persone che alla fine della presentazione hanno offerto panadas e formaggelle. Come sentirsi a casa. Ma non è questa la paesitudine, sarebbe troppo semplice. Andrea è un ragazzo di 37 anni, un bel sorriso e una predisposizione naturale ad occuparsi della gente. Come i ragazzi della sua giunta e come Padre Guido. C’era anche il maresciallo Becciu e i forestali e signore simpaticissime e un ragazzo che ha prodotto un cabernet eccezionale. Dopo la presentazione si è parlato di tutto e proprio in quel momento, quando l’ufficialità del tutto era dietro l’angolo, che è scattata la paesitudine, l’amore per le piccole cose, i piccoli gesti. Ad un certo punto si è presentata una ragazzina di 26 anni affidata ad una famiglia di Berchidda. Una ragazza curiosissima, incredibile. Anche lei ha scritto un piccolo libro che si può consultare nella biblioteca di Berchidda, era entusiasta di state vicino a dei colleghi. Anche lei aveva un bella storia nelle tasche. Andrea, il sindaco, mi ha ufficialmente invitato a Berchidda per la presentazione del mio prossimo libro che, guarda caso, racconta in maniera dolcissima e fantastica proprio la “paesitudine”: quel soffio lieve di cose che apparivano scomparse e che, invece, basta una sera, basta una serie di incontri per farle riapparire. Quanto poco ci vuole per raccontare e raccontarsi e quanto poco ci vuole per stare davvero bene insieme. Come ieri sera.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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Cutolo e l’Asinara (di Giampaolo Cassitta)
Mi vuoi vedere nuda? (di Cosimo Filigheddu)
Hanno vinto i Maneskin. Anzi, no. (di Giampaolo Cassitta)
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