“Quando un ramo cresce troppo e impedisce di vedere il mare da casa mia, io chiamo il geometra del Consorzio Costa Smeralda preposto a risolvere il problema e lui mi rassicura garantendo un intervento sollecito. Ma poi non succede niente, non succede niente, vi rendete conto? E io verso cinquemila euro di quote ad un Consorzio che non è capace di potare i rami di un albero?” È il dramma di Giovanna, giornalista e residente dal 1971 a La Celvia, cuore della Costa Smeralda. Giovanna è intervenuta ieri ad un’assemblea a Porto Cervo e il vostro cronista ne ha doverosamente raccolto il j’accuse.
Ed ecco un’altra testimonianza grondante indignazione, tratta dalla stessa assemblea ma giunta da un’altra consorziata: “Il 24 luglio mi sono vista recapitare brevi manu, da una guardia giurata, su un insignificante foglio A 4, l’invito alle manifestazioni estive. Inaudito!”.
E ancora: “Come facciamo a far capire a questo caspita di Comune di Arzachena che non vogliamo pagare la spazzatura anche per quest’orda di persona che ci invade?”
Per una certa umanità i problemi sono questi. Eppure, senza cedere all’ironia, è lecito chiedersi se esista una democrazia in Costa Smeralda.
Esistono un Parlamento, un governo, forme di confronto dialettico, campagne elettorali, trattative, accordi, aldilà dei vip più o meno appetibili per le cronache estive dei giornali? Come si armonizza la proprietà privata con i confini comunali al cui interno è compresa, dovendo dunque necessariamente sottostare alle leggi della Repubblica italiana? So che dell’argomento non potrebbe fregarvene di meno, eppure ieri sono andato ad assistere all’assemblea dei piccoli consorziati della Costa Smeralda: un’associazione dentro l’associazione, nata per volontà di uno di questi piccoli soci, Giancarlo Perini. L’iniziativa è interessante, perché una parte di questi soci dal Consorzio se ne vogliono andare e brandiscono minacciosamente precedenti giurisprudenziali e altri documenti scottanti che sembrerebbero assecondare le loro ragioni. Andiamo con ordine.
Il Consorzio Costa Smeralda, fondato da otto soci capitanati dall’Aga Khan nel 1962, è un’associazione della quale fanno via via parte tutti coloro che acquistano una proprietà nel comprensorio. Insomma, circa quattromila persone di ogni Continente sono rappresentate in questo nutrito Parlamento, per prassi riunito una volta all’anno in piena estate. Per una questione di carature, però, i tanti consorziati non contano quanto i pochi che hanno ereditato le quote dei soci fondatori. E allora hanno costituito una loro associazione, L’Apics, per guadagnarsi la voce in capitolo oggi negata per fatto statutario. Chi sono costoro? Oltre a Perini, nomi notissimi come l’architetto Enzo Satta, uomo di fiducia dell’Aga Khan e molto conosciuto già ben prima che la figlia Melissa diventasse velina, ma anche l’ex portavoce di Meridiana Claudio Miorelli e l’agente immobiliare Lorenzo Camillo. Tra loro vi è anche Beppe Grillo, proprietario di un piccolo appartamento al Pevero Golf Club: gli organizzatori si sono premurati di invitarlo e Grillo si è presentato all’appuntamento, ma ha assistito silente ed è andato pochi minuti dopo l’avvio dei lavori via senza dire una parola. Se questi piccoli consorziati sono l’opposizione, si può dire che all’assemblea di ieri fosse presente anche il Governo: nella persona di Mariano Pasqualone, amministratore delle società operative che agiscono per conto del Consorzio. Cosa chiede l’opposizione? Oltre alle cose di poco conto elencate in avvio del post, le più significative richieste strategiche che uniscono questa maggioranza inerme le ha illustrate l’architetto Satta. Appellandosi all’Emiro per chiedere una Costa Smeralda che torni alla più sobria filosofia dell’Aga Khan e si risollevi dalla mediocrità in cui è piombata dopo il decennio in cui è stata controllata dal finanziere californiano Tom Barrack: una Costa Smeralda che non si perda nelle inchieste su licenze edilizie e operazioni fiscali e che non ceda alla tentazione “di dire che sia tutta colpa di un Procuratore della Repubblica, perché io le leggi le conosco e so che non è colpa del Procuratore della Repubblica”. Satta si riferiva ai sequestri del magistrato Domenico Fordalisi negli alberghi fatti costruire dall’Aga Khan e oggi di proprietà degli emiri, ma anche all’indagine sull’evasione fiscale alla Sardegna Resort promossa dallo stesso Fiordalisi. Frecciate cui Pasqualone ha risposto punto per punto, non sta a me dire quanto in maniera convincente: sta di fatto che momenti di tensione tra i convenuti non sono mancati.
Poi è arrivata anche la minaccia della secessione, che ha riportato alla mia mente uno dei tormentoni della Lega di Bossi.
L’avvocato Daniela Nardozza ha spiegato che nessuno può impedire al membro di un’associazione di recedere dalla sua posizione di socio e, anzi, è lecito chiedere indietro le quote condominiali versate, qualora i servizi erogati non siano commisurati aa quanto corrisposto.
Un’arringa salutata da un applauso finale, anche se i vertici dell’Apics hanno precisato di non volere alcuna diaspora ma, semplicemente, di voler contare di più all’interno di questo Parlamento aureo. Beppe Grillo, però, ha taciuto. Forse non sono queste le sue battaglia politiche.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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