“Sembra un manichino”. Betty Bersinger non si preoccupa troppo per quella sagoma che il suo sguardo intercetta mentre, il 15 gennaio del 1947 passeggia con la sua bimba a Leimet Park, Los Angeles. In realtà il manichino è una donna. Nuda, con il corpo squarciato, i capelli tinti di rosso, un taglio profondo da una parte all’altra del volto all’altezza delle orecchie. Nessuna traccia di sangue.
Elizabeth Short aveva 23 anni, una famiglia divisa alle spalle e una promessa di matrimonio cancellata dalla guerra. Dal Massachussets era finita a Los Angeles in cerca di fortuna, il sogno hollywoodiano ridotto a comparsate in qualche film pornografico destinato al mercato nero. La chiamavano Black Dahlia perché vestiva di nero e adorava The Blue Dahlia, un film drammatico del 1946 scritto da Raymond Chandler che ruota intorno al delitto di una donna alcolizzata e fedigrafa di cui viene ingiustamente accusato il marito.
Chi uccise Black Dahlia in maniera così efferata, dopo averla sottoposta ad atroci torture? Non lo si è mai saputo, nonostante il caso abbia visto all’opera il meglio che gli Stati Uniti potessero offrire alla voce “investigatori”. I sospetti si concentrarono su una sessantina di persone, tra cui personaggi di chiara fama come il cantante Woody Guthrie e persino il regista Orson Welles che, nel 1999, fu chiamato in causa da una donna che sosteneva avesse una predilezione per i tagli a metà. Welles, comunque, non ebbe modo di rispondere, dal momento che era stato sepolto una quindicina d’anni prima.
Ad ogni modo l’inchiesta fu svolta in maniera maldestra, tanto che il “mostro”, chiunque esso sia, ha portato il suo segreto nella tomba. In ricordo di Elizabeth Short restano la foto che vedete, una vasta letteratura, un videogioco, alcuni dimenticabili acquerelli di Marilyn Manson e un grappolo di film, tra cui “The Black Dahlia” diretto da Brian De Palma e uscito nel 2006.
Medford, la città in cui è nata, la ricorda con un monumento. Senza la Black Dahlia, in effetti, le possibilità che questa cittadina sul Mystic River diventasse famosa in tutti gli States e comparisse oggi su un sito di bloggers sardi sarebbero state assai prossime allo zero.
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