Conosco Carlo Mazzerbo e Alessia La Villa, rispettivamente direttore ed educatrice del carcere di Livorno. Carlo, inoltre, condivide con me un immenso amore per il mare con il carcere intorno: è, infatti, anche direttore della Casa reclusione dell’isola di Gorgona. Con Carlo ci siamo conosciuti una sera in Toscana, a casa di amici comuni, tutti impegnati sul fronte “detenuti” e quella sera ci raccontammo molte storie tra Asinara e Gorgona. Carlo ha un grandissimo e terribile difetto: crede in quello che fa e ci mette tutta la passione. Lo stesso difetto di Alessia che racconta le sue microstorie con i detenuti anche sulla sua pagina di facebook. Loro ci credono ed è commovente questa loro coerenza in tempi come questi. E hanno deciso qualcosa di magnificamente rivoluzionario: premieranno i detenuti che leggeranno un libro con una telefonata skype in più ai propri familiari. Chi non sa di carcere non può capire quanto può essere bello, forte, emozionante un gesto come questo. Chi non vive di carcere non sa quanto sia importante, a volte, la semplicità dei gesti in luoghi complicati e difficili. Un libro letto in più, un racconto dentro una cella, una storia dentro le sbarre che incutono voglia di libertà. Un libro per abbracciare i figli, la moglie, la compagna. Un libro per ristabilire i contatti con il mondo esterno. I detenuti di Livorno potranno, se vogliono, sorridere più a lungo ai propri cari grazie a Marquez, Baricco, Veronesi, Zola e grazie, soprattutto, a Carlo Mazzerbo e Alessia La Villa. Nel mio piccolo vi manderò il mio ultimo libro. Piccola cosa, certo, ma mi piace pensare che grazie alle mie parole un detenuto, uno almeno, possa vedere una volta in più del normale nei propri occhi il figlio, la madre, la compagna. Mi piace pensare che c’è un’Italia dolce ed intensa. Mi piace pensare che Carlo e Alessia non siano gli unici anche se, almeno per ora, sono unici.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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