24/05/2013 Roma , chiusura della campagna elettorale di Ignazio Marino a San Giovanni
E adesso chi dice a quelli del quotidiano La Repubblica che su Ignazio Marino stavano sbagliando? Possiamo benissimo farlo noi di Sardegnablogger che ne avevamo già ampiamente dissentito in tempi decisamente non sospetti. La data è quella di un anno preciso: 8 ottobre 2015. Su Repubblica infuriava la campagna mediatica e cattiva contro l’allora sindaco di Roma. Io, quel giorno, da vecchio e attento lettore del quotidiano romano, scrissi un post che apparve su Sardegnablogger dal titolo piuttosto eloquente “C’era una volta la Repubblica” e vi invito, chiaramente a rileggerlo. Mi lamentavo (e non poco) di ciò che si scriveva mercoledi 7 ottobre 2015: due articoli velenosissimi senza neppure una notizia. Quello più incredibile era legato ad un’intervista ad un ristoratore che “sputtanava” il sindaco perché si ricordava che Marino, quel giorno, (il 27 luglio 2013, a distanza di due anni) era stato al ristorante con la moglie. Su Repubblica si parlava di scontrini, di peculato, pareva di avere tra le mani un decalogo degno del miglior grillino più che un quotidiano da sempre attento alla forma e al rispetto delle garanzie processuali. Marino era infatti indagato. Me la prendevo quel giorno contro un modo molto spiccio di fare giornalismo, quel modo poco “vecchio stile” e che nulla aveva a che fare con la verità. Purtroppo, a quanto pare avevo ragione. Almeno per quanto riguarda il primo grado (vedremo come finirà in appello e in cassazione, ma ho buone premonizioni) Marino è stato assolto per non aver commesso il fatto e perché il fatto non sussiste. Ignazio Marino è stato assolto nel processo che lo vedeva imputato di peculato e falso in relazione all’utilizzo della carta di credito assegnatagli a suo tempo dall’amministrazione capitolina ed è stato assolto per l’ipotesi di reato di concorso in truffa per i compensi destinati a collaboratori fittizi quando i era il rappresentante legale della ‘Imagine’. La procura di Roma aveva chiesto per l’ex sindaco tre anni, ma secondo il gup Pierluigi Balestrieri “il fatto non costituisce reato” in merito alla vicenda della Onlus Imagine, mentre “il fatto non sussiste” per quanto riguarda la contestazione di peculato. Marino, ovviamente, è soddisfatto della decisione del Gup (politicamente lo sono anch’io). Marino non è un politico di razza. E’ un medico. E’ il parlamentare che ha lottato fortemente per eliminare definitivamente gli ospedali psichiatrici giudiziari e questa lotta, eticamente bellissima, si merita il mio personale apprezzamento. Però non è stato un politico accorto. Probabilmente come il sindaco attuale della città eterna. Marino, era stato deciso nelle camere oscure della politica spiccia, doveva cadere. Non suonava la musica dello stesso spartito deciso dal governo, non era un allineato. Questo è accaduto lo scorso anno. Sardegnablogger lo scrisse proprio ad un anno esatto (8 ottobre 2015) e lo riprese il 27 gennaio 2016 ( Roma: Ma la colpa non era di Ignazio Marino?). Lo diciamo perché ci crediamo: la coerenza non ha prezzo. Si può anche cambiare idea ma non è pensabile utilizzare diversi pesi per le stesse misure.
Ecco volevamo comunicare, nel nostro piccolo, che si può discettare di tutto ma non è pensabile barattare la dignità. Le reazioni politiche di alcuni politici del Pd su questa vicenda lasciano davvero senza parole. Ignazio Marino era e rimane un galantuomo. Distrutto da quella politica pessima, fatta di sotterfugi, di compromessi, di giochi di potere. Quella vecchia politica che sarebbe da rottamare. Ma, a quanto pare, le parole hanno sempre sensi diversi e la rottamazione è legata solo all’età dei politici e non al loro modo di fare e di muoversi.
Ps. Per coerenza (ci perdoneranno i nostri pochi ma attenti lettori) titoliamo questo post come quello del 27 Genaio 2016. Su Roma ci sono stati moltissimi errori. E non è solo il movimento cinquestelle ad avere le idee confuse.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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