Tra i risultati della carriera politica di Silvio Berlusconi, oggi celebrati da commossi agiografi in occasione dei suoi ottant’anni, ci metterei anche la richiesta di classi separate per figli di immigrati, avanzata dai genitori di una scuola paritaria di Cagliari. Io la faccio magari facile, però vorrei ricordare che in questi ultimi venticinque anni l’intolleranza xenofoba ha ripreso a dilagare principalmente per la spinta di un partito, la Lega, già Lega Nord e Lega Lombarda. Prima federalista contro il sud durante la lunga gestione del padre fondatore Bossi, oggi promotrice di muri e barriere per impedire le migrazioni dei cittadini del sud del mondo, col nuovo regno Salvini. Le idee di questo movimento sarebbero probabilmente rimaste ghettizzate in qualche provincia settentrionale, se nei primi mesi del 1994 Silvio Berlusconi non avesse caricato sul convoglio elettorale di quel primo centrodestra anche Bossi e i suoi seguaci, facendone forza di governo a partire dal marzo di quello stesso anno. Cinque ministri ebbe la Lega in quel primo governo: ve le ricordate le cravatte di Francesco Speroni, titolare delle Riforme Istituzionali? La xenofobia divenne programma di governo da quel momento in poi, Berlusconi presidente del Consiglio, ed è dilagata fino ad oggi grazie a martellanti campagne di stampa di cui i media dell’editore Berlusconi sono stati i primi responsabili. Una volta ci si sarebbe vergognati di chiedere classi separate per immigrati. Oggi non più, perché ci sono importanti (importanti è diverso da autorevoli) uomini delle Istituzioni che diffondono questi pregiudizi e offrono loro legittimazione. Del ciclo politico di Silvio Berlusconi, questo è un incontestabile risultato.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Cara Cora (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design