Le Femen ucraine le devono parecchio. Perché fare una passeggiata di protesta tutta nuda, per una donna nata nell’anno 990, nella puritana Inghilterra, presentava forse maggiori problemi che trovarsi di fronte un manipolo di poliziotti imbarazzatissimi che, sottto l’occhio delle telecamere, provano a coprirti senza toccarti un capezzolo.
Lady Godiva era una nobildonna inglese, moglie del conte Leofrico. Sede sociale: Coventry. Lei vedova, lui ardente sostenitore della religione e benefattore di conventi e monasteri. Insomma, una famigliola tutta castello e crocifisso.
Almeno finché Leofrico, il Mario Monti dell’epoca, decise di inasprire la pressione fiscale, creando un forte malcontento tra la popolazione. Lady Godiva, facendo leva su un certo appeal, si schierò dalla parte dei poveri, chiedendo insistentemente al marito di introdurre nuove misure di salvaguardia, magari l’abbattimento dell’Iva, delle accise o l’introduzione degli ottanta soldi. Si sentì rispondere che la manovra economica sarebbe stata annullata se avesse cavalcato nuda per le aspre strade di Coventry.
E così Lady Godiva cavalcò nuda per le vie della città. C’è chi dice attraversò il mercato in pieno giorno, coperta solo dai suoi lunghi capelli; chi sostiene che chiese preventivamente ai cittadini di chiudersi in casa per evitare che la vedessero e che un tale Tom, curioso, fece un foro nella persiana per assistere allo spettacolo, rimanendo cieco.
Ben poco si sa del resto della storia. Leofrico morì nel 1057. Godiva rimase vedova e governò le proprietà di famiglia senza particolari problemi fino al 10 settembre 1067, giorno della sua morte.
Questa non è storia. È leggenda. Però esistono statue, poemi, canzoni e quadri che narrano la fantastica cavalcata di Lady Godiva, nuda per le vie di Coventry, in nome della giustizia sociale. Nulla di nuovo sotto il sole, in fondo.
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