Quando si parla di difesa dell’ambiente dalle speculazioni si allude quasi sempre al temuto cemento, pericolo in perenne agguato. Invece le minacce possono avere la sembianza apparentemente innocua di una strada, incisa tra la vegetazione della fascia costiera. Nelle due ultime settimane mi è capitato di assistere a due casi di interventi sui litorali della Gallura che hanno comportato una visibile alterazione dei luoghi, pur non prevedendo interventi edilizi propriamente detti. Il primo, un nuovo sterrato di circa ottocento metri aperto tra l’hotel Cala di Volpe e la spiaggia di Li Itriceddi, in quella che potremmo definire l’oasi di Liscia Ruja; il secondo, cui si riferisce l’eloquente immagine allegata al post, è un tracciato carrabile che dovrebbe collegare la strada provinciale tra Cannigione e Palau e una nuova concessione demaniale rilasciata sulla piccola spiaggia L’Ulticeddu, più nota come Le Piscine. In entrambi i casi, l’ufficio tecnico del Comune di Arzachena ha svolto sopralluoghi e sta tuttora compiendo accertamenti: un quadro più chiaro sulla legittimità degli interventi lo si avrà solo nei prossimi giorni. Nel caso dell’intervento a Cala di Volpe, non risulta alcuna autorizzazione, tanto che la polizia municipale ha inviato gli atti del sopralluogo alla Procura della Repubblica di Tempio. Un permesso del Comune di Arzachena è invece stato rilasciato per la strada aperta sul litorale tra Arzachena e Palau ma, curiosamente, della concessione cui sarebbe subordinata non esiste traccia nel Piano di utilizzo litorali adottato dallo stesso Comune. Come ho già scritto, nei prossimi giorni anche questo “giallo” sarà probabilmente risolto. Sia per l’intervento di Cala di Volpe che nel caso della strada a L’Ulticeddu, va detto che a breve distanza da questi nuovi tracciati esistono dei sentieri pedonali che permettono da sempre di raggiungere le spiagge. Evidentemente, non abbastanza comodi per il passaggio di veicoli. Sono notizie di cui non si è praticamente trovata traccia nei giornali, forse perché estirpare ginestra, macchia e ginepri con una ruspa viene considerato peccato veniale, sempre che peccato sia: ne ho scritto sulla mia pagina Facebook, pubblicando foto e riprese aeree e, accanto ai commenti preoccupati, ve ne sono stati molti altri improntati al “ma tanto la ginestra e la macchia ricrescono”. Molti non sanno, o fanno finta di non sapere, che questi interventi sono rigidamente disciplinati dalle normative sulla salvaguardia delle coste. In un caso simile, sempre a Liscia Ruja, il semplice ampliamento di un sentiero esistente ha determinato l’apertura di un’azione penale e l’ordinanza di ripristino dei luoghi a carico del responsabile. Prima che una questione giuridica, io ne faccio una faccenda di buon senso: cosa succederebbe, se tutti coloro che possiedono dei terreni lungo costa si mettessero ad aprire strade a volontà, a loro gusto?
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo e-book "Cosa conta".
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