Te lo fai un selfie? Mi giri su WhatsApp la foto e il video? Hai fotografato il piatto di aragoste? E la torta di zia Nina? E il gatto, lo hai postato su Facebook? Stamattina mi è capitata una mia fotografia decisamente “vintage”: ero con mio fratello in bicicletta in una delle strade di un paesino del Belgio, nell’estate del 1972. C’eravamo andati per trascorrere le vacanze e trovare i miei zii emigrati tra il Belgio e l’Olanda. E’ una delle più belle vacanze che io ricordi. Quella fotografia mi ha rigettato dentro quella strana e solare estate a mangiare patate fritte e “frikkandel” con maionese e Ketchup. Poi mi sono posto una domanda: ma tra 45 anni (tanti ne son passati da quella vacanza) dove saranno i selfie, i video, le fotografie sui cellulari, conservate magari sulla nuvola o perdute irrimediabilmente per sempre. Perché la verità è che nel mondo si effettuano ogni giorno miliardi di foto ma non si stampa più niente, o quasi. La foto del nostro gatto, del bacio a mezzanotte, del tramonto spettacolare, della scalata a Tiscali la buttiamo nella rete e poi, irrimediabilmente, entra nell’oblio. Ho cominciato a fotografare con una “Ferrania Eura” di plastica, con i rullini con 12 o, al massimo 24 fotografie. Son passato poi alla reflex e ho acquistato, con molta fatica, la mia prima Yashica Fx3, un portento per quegli anni (i prodigiosi anni ottanta). Oggi ho una bellissima Nikon d90 finta-reflex che può sparare anche 6000 foto in un’ora: così scegliamo le migliori. Ma non lo facciamo mai. Ho più foto della mia adolescenza, scattate con la Ferrania rispetto ad oggi: migliaia di scatti, visti e corretti, praticamente perfetti ma che non hanno più il calore, la dolcezza e la bellezza delle vecchie fotografie.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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