Il Comune di Belvì è conosciuto da anni per il sostegno alla pratica della mountain bike, come strumento di educazione delle giovani generazioni del paese e come veicolo di promozione del territorio. Quando avete iniziato e come? Più di sei anni fa, proponendo Colori d’Autunno, un’escursione non competitiva improntata principalmente sulla promozione del territorio e sulla valorizzazione dei prodotti tipici, a partire dai ristori lungo il percorso fino al pacco gara e al pranzo conviviale di fine escursione, il tutto con prodotti a km 0. I risultati sono sempre stati oltre le aspettative, abbiamo raggiunto quasi 330 iscritti. In ogni edizione il giorno precedente l’escursione è sempre dedicato ai più piccoli con il Giocociclismo. Per loro si crea un percorso a ostacoli che apprezzano molto, quest’anno poi il tracciato se lo sono creati loro, ho messo a disposizione rastrello, zappetta e fettucce e nei pomeriggi dopo la scuola hanno creato un bellissimo percorso. Si conclude con la consegna di gadget come maglietta e borraccia, infine merenda per tutti. La più grossa soddisfazione è vedere i bambini veri protagonisti in quel giorno, sperare per loro un futuro da biker, attualmente non c’è bambino in paese che non vada su una bici.
Cosa vi ha spinto ad aggiungere il Belvì Trail? Poter raggiungere il mare dal centro Sardegna è sempre stato un sogno nel cassetto, dalla Barbagia salire verso il Gennargentu e prendere la direzione dell’Ogliastra. Sono tre territori aspri ma molto affascinanti, adatti per questo tipo di avventura. Siamo coscienti che il mare è un attrattore forte, per questo il Belvì Trail si pone come collegamento tra l’entroterra e la costa, far conoscere il nostro bellissimo territorio in modo sostenibile. Oltre le giornate dell’evento dal 3 al 5 novembre 2017 resterà una risorsa per gli appassionati del trekking e delle due ruote.
In quale misura e con quale spirito la popolazione partecipa alle attività? La forza dei piccoli Comuni sta nella disponibilità dei compaesani, hanno sempre dimostrato buona volontà collaborando alla buona riuscita degli eventi di questo tipo, l’ospite viene messo sempre a suo agio Partecipano anche le attività economiche, il Centro Commerciale Naturale, una associazione di commercianti che comprende quasi tutte le imprese del paese, si impegna molto per dare una mano, per esempio fornirà gratuitamente i prodotti alimentari a km 0 per il trail pack del Belvì Trail, una scatola di doni del paese per ogni iscritto/a.
I ciclisti belviesi partecipano ad attività simili nelle altre zone della Sardegna e fuori di essa? Fino a oggi non credo, io nel frattempo ho partecipato nel 2016 e quest’anno all’Eroica, la manifestazione cicloturistica che si svolge dal 1997 in provincia di Siena con percorsi che si svolgono in buona parte su strade bianche con biciclette e abbigliamento d’epoca. Me ne ha parlato per la prima volta un carissimo amico che ha partecipato all’edizione 2015, mi ha incuriosito tantissimo, allora via con bici e abbigliamento d’epoca come da regolamento. Così nel 2016 mi sono ritrovato tra le stupende colline del Chianti in mezzo ad appassionati provenienti da 68 Paesi del mondo, per più di 7400 partecipanti, un ambiente festoso che si percepisce non appena si entra a Gaiole in Chianti.
Da quell’evento cosa hai imparato di utile per Belvì e per la Sardegna? Un’organizzazione invidiabile in un paese poco più grande di Belvì, coeso con il territorio circostante su un obiettivo comune: la buona riuscita della manifestazione. L’attrattore principale è la bicicletta, ma non mancano l’enogastronomia e la cultura, gli appassionati delle due ruote convivono con il traffico veicolare in quanto in quei giorni la viabilità non viene interrotta, ti stupisce il grande rispetto da parte degli automobilisti verso i ciclisti. Ha grande successo anche la festa Eroica del sabato pomeriggio, ogni locale del centro storico espone cimeli d’epoca e propone spettacoli musicali a completare la magnifica atmosfera creata con sapienza e cura. Quasi tutti vestono in abito tradizionale e anche noi non potevamo farci trovare impreparati, così tutta la mia famiglia ha partecipato in costume sardo, ricevendo un premio simpatia, un bellissimo borsello in pelle per la bicicletta, rigorosamente vintage.
Dal contatto sul posto con i partecipanti italiani e di altre nazioni hai raccolto testimonianze significative sulla loro percezione della Sardegna? Si il bello dell’Eroica è anche quello, durante il percorso hai la possibilità di conoscere e scambiare due chiacchere con diverse persone di ogni nazionalità. Italiani e non, quando parlano della nostra Isola lo fanno con gli occhi lucidi, come se ad ogni vacanza avessero lasciato un pezzetto di cuore in Sardegna, invece chi ancora non c’è stato la ritiene una meta da raggiungere possibilmente a breve. Ho potuto raccogliere anche la testimonianza del mio collega sindaco di Gaiole, è stato in Sardegna e ha visitato Nuoro, anche lui ha dimostrato il massimo apprezzamento per la nostra terra. Ci siamo lasciati con la promessa che ci saremo rivisti in Barbagia.
Definiresti Belvì un paese bike friendly? Sì, in questi giorni stavo pensando a qualcosa del genere, con una dicitura da integrare nei cartelli d’ingresso al paese. Le strutture ricettive offrono già la possibilità di sistemare in garage la propria bici e menù ad hoc per il ciclista, le officine del paese garantiscono un servizio di assistenza meccanica, ma c’è ancora tanto da fare. Serve per esempio realizzare e pubblicare un buon numero di itinerari anulari con partenza e arrivo in paese, perfettamente descritti e con tracce GPS liberamente scaricabili.
I paesi vicini partecipano alle attività? Sì, gli abitanti degli altri paesi partecipano, ci si incontra spesso nelle varie uscite durante l’anno e si creano belle relazioni. Anche tra amministratori di paesi vicini abbiamo sviluppato buone sinergie, in vari campi, compreso quello del turismo attivo. Per esempio nel 2016 con i Comuni di Seulo e Ollolai e con l’associazione Malik abbiamo realizzato il Cammino di Ospitone. Si tratta di una via di trekking lunga complessivamente 102 km, percorribile in sei giorni o anche meno, che congiunge Seulo a Belvì e a Ollolai, o viceversa. Ospitone era un capo barbaricino che aveva amministrato queste comunità durante l’epoca bizantina, alla fine del Cinquecento d.C. Diversamente da tanti progetti faraonici di cui in Sardegna sentiamo parlare, poi mai realizzati, noi abbiamo costruito il Cammino di Ospitone con pochi fondi nostri ed è già praticabile in versione guidata, una edizione si è già svolta lo scorso autunno e se c’è la richiesta si può ripetere anche domani. Ora stiamo aspettando di raccogliere qualche altro fondo per pubblicare tutto in un manuale cartaceo, in un sito e in una app plurilingui rendere possibile la percorrenza anche in autonomia. Il Belvì Trail nella sua versione più lunga, quella da 230 km, si sviluppa nelle parti ciclabili del Cammino di Ospitone per circa quaranta km.
Il tuo essere ciclista ti aiuta nella attività di sindaco? Penso proprio di sì, le poche ore che dedichi alle ruote grasse ti aiutano a liberare la mente, sono abituato ad affrontare i problemi come quando si affronta un dislivello sfiancante, sarà dura, ma se non pedalo non arrivo in cima, la salita non regala nulla. Con lo stesso stato d’animo affronto l’attività da amministratore, inoltre praticare attività sportiva ti porta a contatto con numerose persone, rendendo più viva la conoscenza.
Nella considerazione popolare i sindaci ciclisti in Sardegna sonosoltanto quattro: tu, Lino Zedda di Baradili, Mauro Steri di Gonnosnò e Marco Melis di Arzana. Ti risultano altri colleghi? Non credo che siamo solo in quattro, per esempio nel Sulcis pochi giorni fa i sindaci hanno manifestato contro il mancato inserimento del loro territorio nel progetto delle ciclovie regionali e lo hanno fatto in bicicletta, con una maglia che aveva la fascia tricolore stampata.
Cosa ti aspetti specificamente dal Belvì Trail? Che crei un canale di comunicazione tra il mare e il centro Sardegna e viceversa, in grado di attrarre e soddisfare i bikers più esigenti e avventurosi. La più grande soddisfazione sarà quella di lasciare in chi partecipa un bellissimo ricordo di questo trail e di far nascere il desiderio di nuove edizioni e di tornare a Belvì, per una vacanza o anche per un’escursione. Intanto iscrivetevi, trovate ogni informazione sul sito:
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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