Il 7 di marzo è stata inviata alle Organizzazioni Sindacali del Gruppo BPER l’informativa contrattualmente dovuta relativa ad uno dei processi riorganizzativi previsti dal Piano Industriale con maggiori impatti nella nostra Regione. Il 23 maggio, infatti, si realizzerà la prevista cessione al Banco di Sardegna delle rete della Banca di Sassari e la contestuale chiusura di 44 sportelli delle due Aziende. Intendo soffermarmi su due delle tante questioni insite al provvedimento, la prima di ordine generale, sociale, la seconda di carattere psicologico, quasi personale. Le chiusure degli sportelli, unite al programmato sviluppo della multicanalità, inducono a ritenere che il Gruppo abbia individuato un target di clientela capace di utilizzare i moderni strumenti messi a disposizione dalla tecnologia finendo per penalizzare, invece, un settore ancora non maturo per tali strumenti, come quello rappresentato, per esempio, dagli anziani, dai pensionati, dalle piccole imprese e dagli artigiani che – soprattutto nel meridione – rappresenta una larga parte della clientela del Gruppo. Si scommette, in altri termini, sull’acquisizione di clientela nuova e diversa (ma solo potenziale) e si abbandona a se stessa (con il concreto rischio di regalarla ad altri operatori del settore) quella oggi concretamente esistente, per la quale sarebbe socialmente corretto ed economicamente interessante studiare, individuare e realizzare una gamma di servizi rispondenti alle esigenze dalla stessa rappresentate. Un approccio più graduale alla trasformazione “modernista” consentirebbe, in altri termini, di “agganciare” le nuove quote di mercato, rappresentate dalla clientela (effettiva e potenziale) più avvezza alle moderne tecnologie, senza rischiare di abbandonare in un sol colpo quella che a quelle tecnologie si avvicina con difficoltà. Non si può tacere, inoltre, che nell’arco di 5/6 anni (grazie ai Piani Industriali 2012-2014 e 2015-2017) in Sardegna il Gruppo BPER, nonostante l’impegno puntiglioso delle Organizzazioni Sindacali che sono riuscite a far ubicare in Sardegna una serie di attività originariamente destinate ad essere realizzate a Modena, vede ridursi i livelli occupazionali di circa 500 addetti. E’ pur vero che i lavoratori che escono dalla produzione avranno il sostegno economico del così detto Fondo Esuberi di settore o avranno maturato i requisiti pensionistici, ma è altrettanto vero che – in termini occupazionali – quei 500 posti non saranno mai sostituiti. Quello della riduzione degli occupati è un fenomeno che riguarda tutto il settore creditizio/finanziario, ma in Sardegna gli effetti negativi devono essere considerati più gravi, visto il contesto economico in cui la Regione si dibatte e le conseguenti ridottissime opportunità di nuova occupazione. Per evitare ulteriori effetti negativi sui volumi (e quindi anche sull’occupazione), che potrebbero essere determinati dalla spiccata identificazione della clientela Banca di Sassari con lo storico marchio della Vecchia Popolare dovranno essere adottate misure organizzative ed una approccio alla clientela in grado di conservare la fidelizzazione costruita in tanti anni di storia. E arrivo alla questione di carattere personale. La storia della Vecchia Popolare rappresenta per molti di noi (sono anche io un lavoratore della Banca di Sassari) gran parte della storia della nostra vita. In questi casi è umano diventare malinconici e nostalgici, essere preoccupati per il futuro incerto, aver paura di non trovare più i punti di riferimento e gli amici con i quali si è diventati lavoratori adulti e consapevoli. Sono sicuro, però, che – partendo dalla consapevolezza di essere lavoratori (quelli della Vecchia Popolare e quelli del Vecchio Banco) – saremo in grado presto di sentirci parte dello stesso gruppo, sapremo crescere insieme, sapremo diventare (e molti già lo sono) amici, sapremo crescere ancora professionalmente scambiandoci le esperienze vissute, sapremo farlo nel nostro interesse, nell’interesse dell’Azienda nella quale lavoriamo e dei nostri clienti. Continuando nel nostro piccolo a servire la Sardegna da Sardi.
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
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