Da bambina, in inverno accanto al caminetto, nonna raccontava storie di paura. In alcune lei era stata protagonista, in altre sua madre o altri conoscenti. Le grandi alluvioni su Oristano sono Storia e nonna bugie non ne sapeva raccontare. Questa mia città è costruita sotto il livello del mare. Praticamente giace sopra il letto del grande fiume Tirso, nonché vecchi acquitrini e stagni. Qualche notte, ancora adesso, i pesci escono dai tombini e passeggiano in alcune strade, non tutte, alcune. A volte cantano: io li sento e li ho anche visti. Nonna raccontava che durante le alluvioni i morti di peste seppelliti dietro un’antica chiesetta riassaporavano la libertà del galleggiare. Scheletri felici. A quei tempi non ci si rivolgeva alla Protezione Civile, ma alla Madonna del Rimedio, invocata fino ad infastidirla, ma sempre tempestiva nell’agire: nel senso che ad un certo punto le acque si ritiravano, le piogge smettevano, e il merito era suo. La farei Ministra, questa madonna. Avevamo argini alti quanto certe fortezze costruite da formiche laboriose. Esistono anche le formiche oziose: si demoliscano i luoghi comuni. Ad ogni modo a me le cicale annoiano. A nonna, con questa faccenda dei racconti di acque in libera uscita, si accodò il giornalista Romolo Concas, re indiscusso delle cronache oristanesi sul quotidiano L’Unione Sarda. Ancora gli argini erano ostie e la diga, eh, io la sapevo la storia del Vajont. Romolo Concas era un professionista, e se qualcuno si è impressionato con gli allarmi meteo di questi giorni, è evidente che ancora non c’era ai tempi di Romolo, detto Momo, affettuosamente. Senza Fb, “mi piace” potevamo solo assegnarlo a lui. Ebbene, ogni anno con le prime piogge, Momo stilava articoloni su come doveva agire in caso di inondazione la popolazione che – scritto in maiuscolo – non si sarebbe salvata se non ubbidendo alle istruzioni. Nessuno vivo, né in Oristano, né nelle decine di paesini limitrofi se non si ascoltava Momo più della madonna. L’Onda Grande, era chiamata la morte nostra, inevitabile, a meno che, al suono della sirena piazzata nella Torre della piazza principale, tutti non fossimo fuggiti a gambe leste verso le pendici nel Monte. Abbastanza lontanuccio. Sulle auto potevano essere scaraventati senza premure solo i vecchi impediti al passo, i malati gravi e i paralitici non imbroglioni. Niente tempo da perdere con cardellini o conigli in gabbia. Lasciare tutto! era l’ordine, perché il fiume, mammamia quanto sa correre un fiume incollerito! Lasciare tutto significava che in realtà il solo valore era la vita. Chi si fosse attardato in, La federa ricamata a mano!; I bottoni d’oro della camicia di aiaia!; Un maiale!, insomma, sarebbe annegato. A causa di nonna e dei bollettini di Momo io conobbi l’insonnia abbinata alla minima pioggia fino a quando non fu costruita la Grande Diga. Notti a pensare. Notti nelle quali a letto ci andavo vestita anche di scarpe. Notti in cui realizzi chi ami davvero. Stanotte ho “dormito” vestita, lo confesso, pur sapendo di non poter fuggire da nessuna parte, solo restare al riparo. E se proprio rischiavo il crollo del mio tetto, mi seccava essere una schiacciata nuda: tutto qui. Essere ritrovata nuda mi ricordava i disseppelliti di un secolo fa. Davvero molto nudi. Stavolta il ciclone ci ha sfiorati senza uccidere nessuno. Abbiamo ascoltato le parole dei nuovi Momo: uomo di buon senso. Abbiamo ascoltato i Sindaci che, se parlano in queste occasioni, non pensano di fare differenze su chi amano, perché amano tutti. Devono. Nella speranza che il territorio dell’Isola sia monitorato senza imbrogli, se è vero che il Fato potrebbe trasformarsi in Fatto, volevo chiudere questo mio dire raccontandovi che da ieri pomeriggio fino alla conclusione della tempesta la mia casa era un incanto di farfalle in volo. Presagi? Mi servirebbe nonna.
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
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