Ascò, o Kim, tu mi sembri un tantino stressato. Pensi sempre a questi missili, a come poter procurare dolore lanciandoli. Secondo me è una tua reazione alle sevizie subite da bambino: ti ammalavi spesso e genitori apprensivi ti seviziavano ingolfandoti di supposte. Oggi sei tu che vuoi infilare nei deretani del mondo le tue capsule nucleari, per vendicarti di quei dolori infantili. O Kim, guarda che il mondo è bello, zeppo di belle persone che meritano di vivere. Fidati, pensa positivo e facci stare tranquilli. Comunque volevo farti una proposta (proposta, non supposta) per toglierti l’ossessione dei missili. Comprati una bicicletta e raggiungici in Sardegna, prima della fine del mese. Sei un tantino in sovrappeso, ti ci vorranno almeno quindici giorni di camminate, bietola e pollo ai ferri per poter montare sopra un velocipede senza rischiare di sfondarlo. Poi, prima di settembre, prendi un aereo e raggiungi Olbia. Vengo a prenderti io. Nessuno deve sapere e io ti garantisco la massima riservatezza, anche perché di te – con tutto il rispetto – non c’è da fidarsi. Avrei in mente lunghe pedalate tra mare e montagna, ma anche grandi mangiate. La fatica è liberatoria: ti aiuta a vincere le ossessioni, il sudore scioglie la cattiveria che è dentro tutti noi, il cibo dopo lo sforzo non è sfogo ma necessità e giusto piacere. Certo, non sei molto allenato e all’inizio non andrai come un razzo dei tuoi (dai, Kim, si scherza), ma non sei tenuto a dimostrare che voi coreani siete i più forti del mondo anche nel ciclismo: è solo un modo per ritrovare l’equilibrio. A proposito, in bici ci sai andare senza rotelle, vero? Io direi che la prima pedalata potremmo farcela in Gallura, scalando il Monte Moro all’alba per goderci il primo sole che inonda la Costa Smeralda e illumina il Capo Figari di Golfo Aranci e Tavolara. Poi, sfiorando il lago del Liscia, andremo in cima al Limbara dai sentieri di Lu Salpenti e ci disseteremo alle fonti di Vallicciola, limpide e gelate. Da lì, oltre i mille metri di quota, ci si sporge sul nostro piccolo mondo sardo e pure le scogliere bianche di Bonifacio non sembrano lontane: se permetti, questi panorami vorremmo continuare a vederli a lungo. Per concludere la giornata, pedaleremo sulle spiagge di Aglientu, fino a Portobello di Gallura. Sai, da quelle parti ci ha passato parte della vita un artista italiano: si chiamava Fabrizio De Andrè e sulle persone come te ha scritto tante canzoni. Un amico che so io ci preparerà la cena, chjiusoni e casgiu furriatu. Mi sembri uno di tanto appetito e sono sicuro ti piaceranno. Ah, l’amico che so io si chiama Quinto e passa la vita a far conoscere il paese dove vive, ma con metodi pacifici. Si può anche così, sai? Se sei d’accordo, andiamo a dormire in tenda alla Valle della Luna di Santa Teresa. Vedrai che spettacolo, in mezzo a quelle rocce monumentali modellate dal vento. Se ti andasse di fumare per rilassarti, fai pure: non mi scandalizzerei, lo so che per sentirti meglio tu ogni tanto devi pensare ad un cannone.
Il secondo giorno pedaleremo più a sud, lungo la costa orientale Ti porto a Capo Comino, da un amico francese (si chiama Gristolu) che racconta aneddoti meravigliosi sulla sua giovinezza a Parigi e sul perché, ad un certo punto della sua vita, abbia preferito la Sardegna alla Torre Eiffel. Proseguiremo per le spiagge di Berchida e Bidderosa, poi scaleremo la montagna per arrivare a Genna Silana. Pedalando verso sud ti chiederò di guardare sempre alla tua sinistra, perché i panorami su quella strada che noi sardi chiamiamo l’Orientale ti riempiano di bellezza le pupille. Mare e montagna, ogni centimetro un paesaggio diverso di abissale meraviglia. Ti sentirai forte, ad esserti guadagnato quello spettacolo con la sola forza delle tue gambe, senza nessun missile da far esplodere per impressionare il pianeta Terra.
A cena ce ne andiamo in un post che so io, sulla stessa strada, subito dopo Silana: si chiama Babbai, servono dei salumi commoventi. Non te lo dico tanto per dire, caro Kim, non è una frase fatta: quando il prosciutto di Urzulei mi accarezza il palato, a me viene da piangere. Vedrai, vedrai se ti sto raccontando cazzate…
Per la mattina del terzo giorno ho previsto un giro in barca, ci porta un amico mio che si chiama Gianluca. Partiamo da Santa Maria Navarrese e se il tempo lo permetterà andremo a fare un po’ di bagni a Cala Goloritzè e Cala Mariolu, ché con tutto quel pedalare l’acqua fresca tonifica i muscoli e ti fa bene anche alla panza. Cosa sono Cala Goloritzè e Cala Mariolu? Non serve che te lo spieghi, lo vedrai da te di cosa è capace la natura, lo vedrai da te cosa possono cancellare le follie umane. La sera ce ne andiamo a cena alla peschiera di Arbatax e poi a dormire a Baunei. Prima di dormire, però, ci aspetta il sindaco Corrias: glielo spieghi tu, al sindaco di Baunei, che tu vuoi mandare all’aria Cala Goloritzè e tutto il resto per quel cazzo di fissazione per i missili, fissazione che t’è venuta a causa di tutte quelle supposte di quand’eri bambino? Non ti sentiresti ridicolo? Ti voglio proprio vedere, anzi, sentire. Il quarto giorno, sui pedali ci arrampicheremo sul Gennargentu fino a Punta Lamarmora: tenendo i piedi per terra, in Sardegna, più in alto di così non puoi salire. Ti mostro anche il villaggio nuragico di Ruinas: sai, anticamente qua in Sardegna possedevamo una civiltà gloriosa che fu capace di costruire migliaia di queste torri. Poi scenderemo dal versante di Desulo. Lo vedrai, questo paese magnifico e orgoglioso, che da sempre vive aggrappato alla montagna, in bilico sul precipizio, ma ha costumi tradizionali dai colori euforici. Vivere sospesi sul vuoto: non trovi, Kim, che possa essere una grande metafora della condizione umana? Ecco, non c’è bisogno che tu ce lo ricordi ogni giorno con le tue sguaiate intimidazioni, lo sappiamo come funziona la vita. A cena ti porto in un posto che si chiama Is Cubas e da Marialuisa ti faccio preparare i culurgiones menta e patate. Poesia pura, credimi.
Tante cose, vorrei farti vedere e gustare. A Cagliari, il silenzioso volo notturno dei fenicotteri rosa di casa al Molentargius e una fregula con le arselle in un ristorante della Marina. Le morbide dune di Piscinas, un tramonto sul mare scintillante d’occidente dalla finestra di un bed and breakfast di S’Archittu, una passeggiata tra i bastioni della magnifica Alghero. Sono pure convinto che incrocerai lo sguardo con qualche bellezza sarda e ne resterai incantato. Non ti offendere, ma mi dai l’idea di uno che combina qualcosa solo pagando. Se questa volta non ce la dovessimo fare a vedere tutto, puoi tornare quando vuoi. Prima di andartene, però, vorrei che passassi da casa mia. Vivo in un modesto appartamento, con moglie e figlio, ma per te un letto in cantina ce l’ho. Sono felice così e milioni di altre persone, in ogni angolo del mondo, sanno godere del poco che hanno. Perché, caro Kim, hai la necessità di rovinare tutto? Io non vorrò denaro in cambio di quel che ti mostrerò. Solo che tu capisca che la vita va oltre questa ridicola fissazione per i missili. Sono sicuro che vedendo il mondo da questa piccola Isola lo comprenderai.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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