Finalmente. Dopo anni di serie televisive, kolossal e trasmissioni di Giacobbo, gli appassionati di UFO si stanno fregando le mani per qualcosa di reale. Grazie alla NASA l’umanità ha individuato, un po’ fuori mano (1400 anni luce) ma comunque dietro l‘angolo rispetto alla media, un pianeta del tutto simile alla terra. E lo ha chiamato unendo il nome di un grande astronomo con un pezzo di codice fiscale di Sassari: Kepler452b. Appena saputa la cosa i sassaresi sono scesi in strada facendo caroselli che manco per la Dinamo e rivendicando la proprietà del corpo celeste. Questo pianeta è un po’ più grande della terra, un po’ più vecchio e ha un moto di rivoluzione un po’ più lento; in compenso il suo sole (che si chiama kepler452 ma senza b) al nostro gli fa un culo tanto, essendo rovente uguale ma del 10% più grande e del 20% più brillante. Kepler452b, però, ha un diametro che è il 60% più ampio di quello terrestre. E io ho fatto un po’ di conti. La superficie è quasi il triplo rispetto a quella terrestre mentre il volume è circa il quadruplo. Siccome l’auspicio è che la composizione sia simile, dobbiamo attenderci in proporzione una massa 4 volte superiore a quella della terra. E qui cominciano i guai. Per le donne innanzitutto, che trasferendosi sul nuovo pianeta peserebbero quattro volte tanto rispetto al loro peso terrestre. Ma anche per gli uomini, che potrebbero avere seri problemi di erezione: già per molti è difficile alzarlo in condizioni normali, figuriamoci se dovesse pesargli quattro volte tanto. E non finisce qui. Essendo le misure lineari tutte maggiorate del 60%, anche la circonferenza di Kepler risulta più di una volta e mezzo quella terrestre e così anche la durata del giorno, legata alla rotazione. La conseguenza è che le giornate lavorative sarebbero molto più lunghe, e in caso ci trasferissimo là con tutti i sindacati, si aprirebbero subito vertenze per ridurre l’orario settimanale a 54 ore. Gli unici che mostrano qualche interesse per questo allungamento del tempo sono gli eiaculatori precoci, allettati dall’idea di poter passare dagli abituali trenta secondi a quasi cinquanta. Quello che non convince è il contemporaneo prolungamento dei tempi di attesa tra la prima botta e tutte le altre (quando ci sono). C’è da considerare anche questo: l’anno durerebbe circa 20 dei nostri mesi. Questo comporta che, una volta finite le vacanze estive occorrerebbe aspettare un anno e mezzo prima dell’estate successiva, con conseguente perdita dell’abbronzatura in modo irrimediabile. Non solo. Il tempo trascorso tra le cianfrusaglie del magazzino, comporterebbe più facilmente la perdita di maschere, boccagli e racchettoni, con probabile indebitamento delle famiglie chiamate ogni estate a ricomprare l’attrezzatura. Ma anche la durata dell’estate stessa sarebbe un problema non da poco. I tormentoni musicali di Cremonini e compagnia, più lunghi dei soliti tre mesi, causerebbero un ulteriore istupidimento della popolazione che già ora non se la passa bene. La tragedia nella tragedia è legata al fatto che i giornali sportivi, che già non hanno un cazzo da scrivere per tre mesi e sono costretti ad attaccarsi agli allenamenti dell’Albinoleffe come se fossero la finale di Champions, vedrebbero prolungare la loro (e nostra) agonia ben oltre i cinque mesi, con grave rischio di turbe ossessive a fine estate. Chi starebbe però davvero male sono i vecchietti di Cesano Boscone, che hanno sopportato Berlusconi per circa un anno. Sapere di doverlo sopportare un anno e mezzo in caso di reiterazione del reato, farebbe sicuramente annullare il loro trasferimento sul nuovo pianeta insieme al nano. Chi invece pare impaziente di trasferirsi su Kepler, sono gli insegnati di ruolo. Abituati a non fare una mazza per tre mesi l’anno, vivono come un incentivo il passaggio a ben cinque mesi di ozio. Pare che le domande di trasferimento abbiano già raggiunto il numero massimo; al contrario, come sempre, per i precari non si trova il posto sui mezzi della NASA. Anche i detrattori di Gigi D’Alessio sembrano interessati al grande viaggio. A parte la speranza che il loro incubo decida di restare sulla terra, hanno calcolato che, trascorrendo normalmente un anno tra un disco e quell’altro, i tempi di riposo si dovrebbero dilatare ben oltre l’anno e mezzo terrestre, con conseguente ripresa dell’attività neurologica e decongestionamento testicolare. Fin qui, più o meno, i vantaggi e gli svantaggi della nuova sistemazione. Ma ci sono cose che ancora non ci è dato sapere. Ad esempio, il vento, tirerà più forte essendo maggiore la spinta dovuta ai gradienti barici? Porterà via più parrucchini e solleverà più riporti di quanto non faccia qui sulla terra? O sarà più flebile, costringendo i cagliaritani, abituali vittime della basca, a passare al Poetto di Kepler più tempo di quello, già abbondante, che vi trascorrono a Casteddu? Ma soprattutto, la dilatazione dei tempi sarà sopportabile per Mauro Pili, abituato a sparare una cazzata almeno ogni tre giorni e costretto in futuro ad aspettarne più di quattro e mezzo? E come farà Maurino nostro a dare colpe al Governo regionale e a quello nazionale per quello che non funzionerà su Kepler, viso che è stato appena scoperto? Ancora, se dovesse trovare che Kepler è un bel posto, riuscirà a superare il rimpianto per non aver potuto stilare le sue dichiarazioni programmatiche da Presidente della regione, copiando da Kepler anziché dalla Lombardia? E soprattutto, siamo sicuri che l’equipaggio della navicella non si farà prendere dalla tentazione di scaricarlo a metà strada, abbandonandolo al suo destino nel buio del vuoto pneumatico? In effetti, ora che ci penso… metà strada… settecento anni luce da qui e altri settecento da Kepler… mah… mi sa che mi faccio il concorso per diventare pilota di razzi.
Nacqui dopopranzo, un martedì. Dovevo chiamarmi Sonia (non c’erano ecografi) o Mirko. Mi chiamo Luca. Dubito che, fossi femmina, mi chiamerei Sonia. A otto anni è successo qualcosa. Quando racconto dico sempre: “quando avevo otto anni”, come se prima fossi in letargo. Sono cresciuto in riva a mare, campagna e zona urbana. Sono un rivista. Ho studiato un po’ Filosofia, un po’ Paesaggio, un po’ Nuvole. Ho letto qualche libro, scritto e fatto qualche cazzata. Ora sto su Sardegnablogger. Appunto.
Mi dispiace, ma io so’ io e voi non siete un…. (di Giampaolo Cassitta)
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Perché abbiamo bisogno di Sanremo (di Giampaolo Cassitta)
Cari radical-chic guardate Sanremo e non fate finta di leggere Joyce. (di Giampaolo Cassitta)
Sanremo, Italia.
La mia ora di libertà (di Giampaolo Cassitta)
A vent’anni si è stupidi davvero. A 80 no. (di giampaolo Cassitta)
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Il caporalato, il caporale e i protettori (di Mimmia Fresu)
Marshmallow alla dopamina (di Rossella Dettori)
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