È capitato che i soliti distinguo del 25 aprile siano arrivati mentre io, nel chiuso del mio piccolo appartamento, stavo leggendo “La svastica sul sole” di Philip Kindred Dick. È uno di quei libri che sfoglio più lentamente di quanto normalmente faccia, perché so che l’ultima pagina sarà sempre un piccolo dolore. È un’agghiacciante realtà ucronica, per la sua verosimiglianza e la nitida rappresentazione prodotta dall’autore. Il romanzo è ambientato nella San Francisco del 1962, sotto il controllo nipponico perché gli Stati Uniti sono stati annichiliti: Dick immagina che a vincere siano stati tedeschi, giapponesi e italiani e che costoro abbiano organizzato il mondo in coerenza con i loro principi, dopo esserselo spartito. Ebrei clandestini per legge e costretti a nascondersi sotto false identità, slavi neutralizzati, individui tanto più liberi quanto più i loro connotati fisici corrispondono all’archetipo ariano. Hitler in pensione sulle Alpi, Bormann cancelliere del Reich, Galeazzo Ciano chiamato a compiere importanti missioni diplomatiche internazionali. Tra i personaggi di questo capolavoro, c’è uno svizzero che si spaccia per italiano: si fa chiamare Joe Cinnadella, è un paramilitare fascista trapiantato negli Stati Uniti e con molta lucidità, in un monologo, spiega perché a lui quel mondo nazista, ordinato ed efficiente, piaccia così. Spiega che sì, i nazisti qualche eccesso l’hanno compiuto, ma tutto sommato il risultato finale è più giusto di quel che sarebbe stato se avessero vinto gli alleati. Torno al presente e alle cose come veramente e fortunatamente stanno. Nel sentire i tanti distinguo sul 25 aprile, nel sentire le spiegazioni di chi non lo festeggia e di ne chi oltraggia il significato, penso di capire la grandezza di un autore come Dick, tra le massime espressioni del genere fantastientifico. Essì, ovunque mi volti vedo attorno a me i nuovi Joe Cinnadella.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Unisciti a 18.018 altri iscritti
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design