Faccio da contro canto al pezzo di Francesco Giorgioni non perché lui non abbia ragione, ma perché il suo essere “giornalista” è essenzialmente diverso da quello di Bruno Vespa. Non entro, infatti, nel merito del programma “Porta a Porta” perché da anni non lo vedo più e lo faccio per scelta ponderata e a ragion veduta, dopo aver visto molte puntate estenuanti di quella trasmissione insulsa che ho sempre chiamato “janna a janna”. Bruno Vespa non fa un favore al giornalismo perché, in fondo, il suo è solo “spettacolarizzare” gli avvenimenti e, in alcuni casi e con alcuni ospiti, ha fatto semplicemente “avanspettacolo”. Bruno Vespa è sempre stato prono al potere, qualsiasi potere: ha fatto il ciambellano con Andreaotti, con Amato, con Craxi. Ha avuto il suo grande innamoramento con Berlusconi e, infine, con Renzi. Non ha mai posto domande “complesse” o, comunque tali da poter mettere in difficoltà l’interlocutore. Vespa sta ad una parte della politica qualunquista così come Fabio Fazio sta a quella “intellettuale buonista e di sinistra”. Entrambi, però, non si curano della notizia. Non sono interessati a far costruire un’opinione alle persone. Non sono interessati agli argomenti che trattano. Il loro è un taglio esclusivamente legato al consenso televisivo, al famoso Signor audience: “se aumento, in termini di telespettatori, posso mantenere il potere, posso continuare a condurre il programma”. Questo è il loro unico credo. Non ho mai amato questi generatori del consenso a tutti i costi, questi minuscolii yes-man dove, a sentir loro, tutto è bello, speciale, interessante, imprescindibile. Da una parte i plastici a spiegare storie difficilissime e dall’altra i sorrisi e le battute, condite, magari, dagli ammiccamenti della Littizzetto. La politica come spettacolo. Meglio: come avanspettacolo. Però se la prendono con Vespa perché ha invitato due parenti del fu Casamonica. Persone che, come chiosa Giorgioni, non sono neppure pregiudicate davanti a ben altri pregiudicati che sono passati su quel salotto (su tutti ricordo oltre a Berlusconi, Dell’Utri e l’attuale detenuto Totò Cuffaro) Il problema, per me almeno, non sono i Casamonica o gli Andreotti, i Renzi, i Dell’Utri e i Berlusconi. Il problema è che la gente pensi che quello sia un programma di approfondimento. Mi dispiace, ma io non sto dalla parte di Vespa e neppure da quella di Fazio. Se avessi avuto l’opportunità di intervistare i Casamonica avrei dato un taglio sicuramente diverso a quell’intervista. Probabilmente più imbarazzante per i due ragazzotti che ritengono e sono convinti di essere dalla parte giusta.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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