Se è vero che la vita è un viaggio senza meta, pochi interpretano questa verità alla lettera come Janus River. Janus è un signore di 81 anni, mezzo siberiano e mezzo polacco, che dal 1999 gira il mondo su una vecchia ma efficientissima bicicletta in acciaio. Quindici o venti chilometri al giorno, pedalando senza fretta come cantava Cocciante, trenta chili di bagaglio al seguito e un sacco a pelo che gli ha fatto da letto ogni notte, da diciannove anni a questa parte. Ogni sera un tramonto diverso, ogni mattina un’alba diversa, in un luogo diverso. Dopo aver visto 154 Paesi del pianeta seduto sul sellino, Janus è arrivato in Sardegna. La foto che completa questo post l’ho scattata poche ore fa, alla villa Carmen di Carmen Carta e Giuseppe Baffigo, ad Arzachena, dove il nostro globetrotter ha trovato ospitalità per questa notte. Anche se può sembrare un controsenso, non c’è un minimo di improvvisazione negli spostamenti di Janus: organizza ogni viaggio e sosta con scrupolo, contattando volta per volta gli enti che gli possono garantire quel minimo di accoglienza a lui sufficiente: un tetto e un pavimento su cui stendere il suo materassino portatile. Ovunque trova porte aperte e ammirazione, forse perché non accade tutti i giorni di vedere un ottantenne che va incontro alla morte pedalando, come lui stesso dichiara senza angoscia. Nei prossimi giorni, per dare un’idea, andrà a La Maddalena viaggiando gratis sui traghetti Delcomar. Prima di iniziare a pedalare, il siberiano dagli occhi di ghiaccio ha passato l’infanzia nell’ex Urss, poi visse in Polonia, dove frequentò la stessa scuola di cinematografia di Roman Polanski, quindi per tre anni in Egitto e infine in Italia, dove si è stabilito per trent’anni, base a Fregene. L’aver avuto uno zio che era strettissimo collaboratore di Wojtyla qualche agevolazione gliel’ha garantita, come lui stesso riconosce. Lavorava come manager nel settore dello spettacolo e del calcio, organizzando eventi, ritiri di squadre di tutto il mondo e manifestazioni sportive. Poi, pochi mesi prima del duemila, conobbe un ragazzo che girava il mondo in bicicletta e da un momento all’altro decise che lui avrebbe fatto lo stesso. Piantò tutto e partì. Non si è ancora fermato. Il suo budget è di euro tre al giorno, quanto basta per un cappuccino e il per lui indispensabile bombolone alla crema, il resto lo investe in qualche frutto. Tre euro al giorno e tanta libertà hanno fatto di lui un uomo felice.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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