Dalla nostra postazione in sala stampa vediamo molto chiaramente, nella tribuna d’onore posizionata dalla parte opposta dello stadio, la delegazione politica italiana giunta a Mosca per sostenere la nostra nazionale, attesa all’ultimo sforzo di questo mondiale: la finale, contro la temibile Croazia. Il centro dello schieramento, nella fila delle autorità italiane, è andato al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Accanto a lui i due vicepresidenti del Consiglio Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Assente, invece, il capo del Governo Giuseppe Conte, che non era a conoscenza della disputa dei mondiali di calcio e nulla sapeva della marcia trionfale della nazionale azzurra. La presidenza del Consiglio è comunque rappresentata dal portavoce di Conte, Rocco Casalino, che per l’occasione ha portato con sé nella zona vip tutti i concorrenti della prima edizione del Grande Fratello: “Sono dei geni: hanno previsto, con vent’anni di anticipo, cosa sarebbe diventata l’Italia” ha dichiarato Casalino, liquidando le polemiche strumentalmente sollevate dall’opposizione per quelle presenze, ritenute inappropriate. Scelta cui il Fatto Quotidiano ha dedicato due intere pagine, firmate dall’inviato a Mosca Alessandro Di Battista. Nella augurabile ipotesi di una vittoria italiana, il cerimoniale prevede che ad alzare la coppa, anziché il capitano Mario Balotelli, sia il ministro degli Interni Salvini. Proposta che Di Maio ha ritenuto ragionevole e assolutamente sensata, mentre il commissario tecnico Bearzot non ha voluto rilasciare dichiarazioni.
Sorprende, nella delegazione croata capeggiata dalla avvenente presidentessa Kolinda Grabar Kitarović, la presenza dell’ex capo del governo italiano Silvio Berlusconi. “Si tratta di un confronto sportivo che non deve danneggiare la nostra amicizia col popolo croato. La mia presenza al fianco delle autorità croate, che potrebbe sembrare irrituale, serve a ricordare che restiamo pur sempre Stati amici”, ha spiegato Berlusconi, che non ha nascosto la sua ammirazione per la Kitarović. Quando al fondatore di Forza Italia è stato chiesto se fosse favorevole alla misure assunte per il suo Paese dalla Kitarović, Berlusconi ha risposto di essere “rimasto molto colpito dalle misure di Kolinda. So tutto della Croazia e presto ne visiterò la capitale, anche se in questo momento non ne ricordo il nome”. La mossa di Berlusconi si spiega con le polemiche suscitate dalla posizione assunta dall’estrema destra italiana, che ha caricato la vigilia lanciando su Twitter l’hashtag “Gli zingari slavi non vinceranno!”. La segretaria di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ha presentato una proposta di legge che prevede l’accusa di alto tradimento per i calciatori della nazionale e pene corporali, se non dovessero portare a casa la vittoria.
Ma eccoci alla partita. L’Italia scende in campo con Zoff, Gentile, Cabrini, Tardelli, Cannavaro, Baresi, Conti, Pirlo, Balotelli, Baggio e Riva.
22′ Slalom di Modrić, che spezza il pressing del centrocampo azzurro e, giunto al limite dei 18 metri, serve Mandzukić. Il destro, violentissimo, viene respinto da Zoff, poi Baresi sventa la minaccia calciando la palla in tribuna.
31′ Sprint sulla sinistra di Perisic, cross al centro respinto di pugno da Zoff, dal limite Brozovic calcia al volo. Palla fuori di un soffio.
GOOOOL DELL’ITALIA, 1-0, ha segnato Balotelli. Sul calcio di punizione di Baggio, concesso per un fallo al limite su Riva, il portiere Subasic riesce in una miracolosa respinta. Ma proprio sui piedi di Balotelli, il più lesto di tutti ad avventarsi sul pallone. Polemica esultanza del bomber che, dopo essere stato sommerso dai compagni festanti e avere abbracciato Bearzot, ha indicato la tribuna d’onore mostrando una maglietta rossa, prelevata dalla panchina.
40′ Con un tweet appena postato, il gruppo parlamentare della Lega annuncia che chiederà alla Federazione calcistica di assumere provvedimenti contro la plateale provocazione di Balotelli.
46′ dopo sessanta secondi di recupero finisce il primo tempo, chiuso in vantaggio. Ma fanno sensazione le dichiarazioni rilasciate al bordocampista Rai da Mario Balotelli, poco prima del rientro negli spogliatoi. “Non vorrei che si equivocasse il significato simbolico della maglietta rossa che ho mostrato dopo il gol, che nulla ha a che vedere con la recente iniziativa di solidarietà per i migranti. La maglietta rossa significa che sono disposto ad accettare la sfida del segretario del Pd Martina e, dunque, la carica di segretario del Partito democratico. Sono disposto ad assumermi l’onere di rifondare la sinistra, riesumando suoi valori storici come l’internazionalismo, per fermare la deriva inarrestabile delle destre e il degrado morale di questo Paese, al quale sento profondamente di appartenere. Avevo promesso a me stesso che, se avessi segnato un gol in una finale mondiale, avrei annunciato la mia discesa in un altro campo, quello della politica”. Tra le prime reazioni, quella di Piero Fassino: “Se Balotelli vuole fare il segretario del Pd, si candidi ad un congresso e vedremo se sarà capace di farsi eleggere. Oppure, fondi un suo partito”.
Inizia il secondo tempo, formazioni invariate.
53′ Colpo di testa del difensore centrale Lovren, proiettatosi in avanti per sfruttare un calcio d’angolo. Zoff para in sicurezza.
67′ 2-0, RADDOPPIO DELL’ITALIA, HA SEGNATO GIGI RIVAAAAAA! Sgroppata prepotente del numero undici del Cagliari e sinistro alla dinamite che Subasic non può trattenere. Incontenibile l’esultanza dei calciatori italiani. In tribuna, Mattarella abbraccia Salvini e Di Maio, Berlusconi consola con un abbraccio insistito la presidentessa croata e la invita a cena per dimenticare la delusione, nel caso in cui i croati non riuscissero a rimontare. Nel caso ci riuscissero, Berlusconi propone alla presidentessa croata una cena per festeggiare il trionfo.
70′ Entrano Facchetti e Scirea per Cabrini e Cannavaro. La Crozia attacca, ma non riesce mai ad essere pericolosa.
77′ Slalom di Roberto Baggio che salta tre avversari, entra in area, scavalca il portiere con un pallonetto. Vida riesce a cavare la palla dalla rete un soffio prima che varchi la linea, togliendo al fantasista di Caldogno la gioia della rete.
90′. Tre minuti di recupero, l’Italia fa possesso palla. La Croazia ha ormai rinunciato a giocare.
92′. È QUALCOSA DI INCREDIBILE E INSPIEGABILE QUEL CHE STA ACCADENDO, LE LUCI SULLO STADIO DI MOSCA SI SONO SPENTE E IL GIOCO, A POCHI SECONDI DALLA FINE, È STATO INTERROTTO. PARTITA SOSPESA, SOLO I DISPLAY DEI CELLULARI TENUTI ACCESI CONTEMPORANEAMENTE DAGLI OTTANTAMILA SUGLI SPALTI PERMETTONO DI AVERE UN MINIMO DI VISIBILITÀ. Davvero non so dirvi cosa stia accadendo, si teme un’azione terroristica, ma dubitiamo che lo stadio possa essere sgomberato.
VI RACCONTO IN DIRETTA QUEL CHE VEDO, PER FORTUNA FATTI CHE LE TANTE MIGLIAIA DI PERSONE ATTORNO A ME POTRANNO CONFERMARE. Nessuno mi crederebbe, altrimenti. Un fascio di luce è piombato sullo stadio dal cielo, come un occhio di bue sul palcoscenico. Una voce che arriva da un punto indefinito dall’alto parla a tutti. MA LA COSA INCREDIBILE È CHE QUESTA LINGUA È UNIVERSALE E TUTTI LA POSSIAMO CAPIRE, ANCHE SE NESSUNO SAPEVA DI CONOSCERLA! La capiscono italiani, tedeschi, inglesi, spagnoli, portoghesi, cinesi, arabi! NON SO DAVVERO COSA STIA ACCADENDO, NON ESISTE UNA SPIEGAZIONE.
Vi riporto quel che dice:
“Stasera non vincerà nessuno. Stasera decido io! Altre volte ho deciso, senza che voi ve ne siate mai accorti: lo spiegavate ricorrendo ai colpi di fortuna, alle coincidenze, a circostanze particolari, quando invece ero io ad intervenire, oltre le vostre abilità e la vostra determinazione. Stasera decido io, ma voglio che tutti lo sappiate! Consideratelo pure un atto di arroganza che vanifica sforzi e meriti, ma non sarà mai arroganza pari alla vostra. Molti di voi vogliono dimostrare la superiorità di una razza, di una nazione, di un popolo attraverso un risultato sportivo! Il vostro egoismo e la vostra superbia vi impediscono di gioire insieme, vi servono a imporre la forza di un uomo sull’altro. Non sapete più sorridere della condivisione, vi interessa solo glorificare chi vince e condannare chi perde. Smettetela di fermare la vostra emozione davanti ad un confine, cessate di alzare barriere e dividere il mondo in frontiere. Io non sono morto, come un filosofo presuntuoso ha detto. Io sono qui, ad osservarvi mentre inventate sempre un nuovo pretesto per togliervi il sangue gli uni agli altri: denaro, razze, religioni. Perché voi tutti mi capite? Perché io parlo il linguaggio universale costruito sulle emozioni. Imparate a condividere felicità e afflizioni, come se vi appartenessero quelle di ciascun uomo del mondo. E stasera? Non vincerete voi, italiani, anche se lo meriterebbero i giovani che avete mandato in campo. Ma non lo merita il vostro popolo, che odia più di quanto sia in grado di amare. Voi croati lo meriteste, ma stasera c’è qualcuno che merita più di voi di avere quella coppa.
Io parlo il linguaggio delle emozioni. E per me, che decido per tutti, l’emozione più grande di questo ritrovo di uomini scalcianti che voi chiamate sono stati i fratelli del paese chiamato Panama, il loro esultare per quell’unico gol segnato, il primo in una simile occasione, pur in un duello che li vide largamente perdenti contro i fratelli del paese chiamato Inghilterra. Gioire per il solo fatto di esserci, per aver lasciato un piccolo segno nella storia, pur essendo consci di essere inferiori all’avversario per abilità sportiva. Quel giorno piovve, sul mondo. Era la mia commozione. E quindi vi ordino di premiare come campioni del mondo i fratelli della nazionale del Panama”.
Riprendo la linea per dirvi che c’è un silenzio assoluto, neppure un sospiro disturba la voce dall’alto dell’entità fuori campo.
I giocatori del Panama si materializzano, anche se nessuno sapeva fossero allo stadio e tutti li credevamo tornati da settimane nel loro piccolo Stato. Piangono, la gente li applaude, le luci sono tornate, il risultato del campo non sembra più interessare a nessuno.
Nella tribuna delle autorità, il nostro capo di Stato e i nostri governanti tacciono, sbalorditi. Lo speaker afferra il microfono, parla, abbozza un discorso. Ad un certo punto si ferma e chiede: “Voi, che ci avete parlato dall’alto, avete qualcosa da aggiungere?” I lampioni dello stadio si spengono ancora, torna il buio. “Sì, ho qualcosa da aggiungere”. Il fascio di luce calato dall’alto torna a perforare la notte, corre lungo le tribune, illuminando un attimo per volta tutti quelli che assistevano alla partita. Poi il tondo chiaro si ferma sulla tribuna delle autorità e acceca il ministro in felpa con la scritta Italia. “Tu, restituisci i 49 milioni di euro!” Poi fu la festa e tutti, senza distinzioni, se ne sentirono partecipi.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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