Guardate questa fotografia. E’ un manifesto della Caritas a sostegno della fine dell’occupazione militare israeliana in Palestina.
L’ho reperito su un sito israeliano, http://www.ngo-monitor.org/. Un sito che apparentemente svolge un’attività interessante: quella di monitorare l’attività delle organizzazioni non governative in relazione alla crisi mediorientale, al fine di verificarne l’affidabilità. È sufficiente dedicare qualche minuto alla lettura dei reports per capire che, tuttavia, qualcosa non quadra.
Agli occhi degli analisti, ben poche sembrano essere le organizzazioni non governative senza macchia. La colpa? Essere impegnate nella denuncia degli abusi perpetrati da Israele o nella tutela e sostegno alla popolazione palestinese.
Il giudizio riservato alla Caritas per il laconico appello è il seguente: “Il manifesto della Caritas rischia di esacerbare il sentimento di antisemitismo esistente in Medio Oriente e giustificherebbe ulteriori attacchi contro gli ebrei sotto la copertura della Santa Sede; inoltre, comprometterebbe la credibilità e imparzialità della Caritas.”
La richiesta della fine dell’occupazione potrebbe essere causa di esplosioni di antisemitismo. Ce n’è anche per la Comunità Papa Giovanni XXIII, colpevole di deplorare la costruzione del muro divisorio che ha trasformato una terra in una prigione a cielo aperto.
Non che la pietas cristiana sia l’unico bersaglio , sia chiaro. Anche l’organizzazione ebraica “Rabbin for Human Rights”, composta, come si legge nel sito ufficiale da religiosi anche ortodossi, è bacchettata per le sue iniziative in difesa dei contadini e agricoltori palestinesi, nonostante la dichiarazione di intenti esprima la volontà di tutelate le parti offese dal conflitto anche tra i cittadini israeliani.
Ecco il giudizio sull’ ICHAD, associazione israeliana che si batte contro la demolizione delle abitazioni palestinesi nei Territori: “ ICHAD è partner del Festival londinese “Unwrapped Christmas”, che sfrutta i simboli del Natale per demonizzare Israele” . La propaganda del sito insomma, non risparmia nemmeno Babbo Natale, accusato nei decenni di essere comunista, poi filo nazista e ora, pure filo – palestinese.
La lista nera potrebbe continuare all’infinito e comprende realtà note come Amnesty International e Unicef a realtà più circoscritte.
Decidere chi sia più forte, chi abbia torto o ragione facendo la conta dei morti da una parte e dall’altra, è un esercizio che non mi aggrada. Negare che esista la propaganda pro-Hamas è ingenuo.
Ma attività come quella del sito ngo-monitor dimostrano come Israele possa disporre di mezzi ben più invasivi dei cartoni animati della televisione pro Hamas “ Al Aqsa tv” e del suo famoso topolino Farfour.
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